Francia: arrestata la funzionaria che si rifiutò di sposare due donne. Tempi la difende


Il settimanale Tempi non ha mai avuto particolare simpatia per i mussulmani. Non ha piacere che Pisapia gli conceda spazi per pregare e li accusa di voler imporre la loro religione attraverso finte accuse ai cristiani. Curiosamente a sostenerlo è un settimanale che va in giro a spergiurare l'esistenza di una fantomatica "ideologia gender" quale appiglio con cui gettare finte accuse verso la comunità lgbt (poi utilizzate per chiedere che i diritti siano calpestati dinnanzi alla "minaccia" di chi ha l'unica "colpa" di amare persone del proprio sesso).
Ma non è questa l'unica incongruenza. Il settimanale integralista rivendica anche come i cristiani debbano aver il diritto di imporre la propria etica alla nazione e che i gay debbano essere poter essere discriminati da chi adduce motivazioni religiose. Tant'è che quando di tratta di discriminare i gay, i mussulmani diventano immediatamente loro amici.

La loro nuova eroina è Sabrina Hout, l'ex vicesindaco di Marsiglia che è stata condannata a cinque mesi di carcere con la condizionale per essersi rifiutata di sposare due donne. Tempi afferma che la Hout è una «musulmana praticante» e che «aveva fatto appello all'obiezione di coscienza in base alle sue convinzioni religiose, ma è stata lo stesso condannata». Ed ancora:

Quello di Hout è il primo caso in Francia di pubblico ufficiale portato in tribunale da quando il “matrimonio per tutti”, voluto dal presidente della Repubblica François Hollande, è stato approvato nel 2013 senza prevedere una clausola di coscienza per gli ufficiali. Quando Claude ed Hélène si sono presentate il 16 agosto 2014 in Comune per il matrimonio, Hout ha chiesto a un consigliere municipale di sostituirla. Quest’ultimo però non aveva i poteri legali per condurre la cerimonia e Hout, che ha comunque firmato i documenti civili, pur non avendo assistito alle nozze, è incorsa nel reato di falso in documento amministrativo.

Ed è così che si da spazio alla protesta del gruppo integralista Sindaci per l'infanzia, pronto a sostenere che «la legge Taubira viola l'articolo 9 della convenzione europea dei diritti umani, non garantendo la libertà di pensiero e coscienza garantita a tutti i cittadini europei».
Dopo il caso della Davis, l'integralismo cattolico torna a chiedere che i cristiani siano considerati al di sopra delle leggi e che le convinzioni individuali (spesso ad ignoranza e pregiudizio) contino più dei diritti altrui. Il tutto in un clima dove chiunque dovrebbe essere libero di fare qualunque cosa contraria alla legge nel nome di Dio. A questo punto un ufficiale razzista dovrebbe avere il diritto di non sposare due persone di colore o un medico maschilista potrebbe rifiutarsi di operare una donna. Ma queste evidenze paiono non interessare a chi è disposto a tutto pur di sostenere che i gay debbano essere discriminati senza che la legge possa garantire uguale dignità a tutti.
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