Il ddl sulle Unioni civili è giunto in Senato
Oggi, dopo ripetuti rinvii per l'assenza del numero legale, il nuovo ddl sulle Unioni civili è giunto in Senato senza relatore dopo che le migliaia mozioni presentate dal Ncd e da Forza Italia avevano paralizzato l'iter della norma.
Immancabili sono state le proteste di AP e FI che, dinnanzi ad un testo ormai depotenziato al punto da rischiare di risultare peggiorativo rispetto al vuoto legislativo, hanno dato libero al propri sfoghi omofobico. Sacconi è intervenuto a Rai News per sostenere che «i gay comprano i corpi delle donne» mentre i soliti Carlo Giovanardi e Lucio Malan sono intervenuti parlando di «procedura illegale». Il punto è chiaro: una parte della politica non vuole che le persone lgbt possano avere i loro stessi diritti e sono pronti ad aggrapparsi a mistifazioni e menzogne pur di tutelare la discriminazione e incentivare la violenza e gli omicidi nei confronti dei gay.
La presenza in aula, però, pare destinata ad essere breve dato che il governo presto di dedicherà a questioni di bilancio. Verosimilmente la discussione vera e propria non potrà avere inizio prima del gennaio 2016 e già si preannuncia un ostruzionismo e una battaglia ideologica delle destre che rischiano di minare un testo già debole e privo di veri diritti (le tutele Costituzionali rimarranno un diritto esclusivo dei soli eterosessuali così come i termini scelti creeranno stigmi sociali verso chi non si sposerà ma sarà una mera "formazione sociale specifica"). Ciò potrebbe portare a una discussione che difficilmente potrà portare ad una legge prima della primavera del 2017.
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