ProVita, la propaganda passa anche dalla colonizzazione ideologica di Google News
Provate a digitare "matrimonio gay" su Google News e noterete che nei risultati troverete praticamente solo notizie pubblicate dall'associazione omofoba Pro Vita.
In questo preciso istante la pagina proposta è la seguente: l'80% delle notizie presenti nella prima pagina proviene dal sito omofobo, nel 70% dei casi la notizia è addirittura quella in primo piano. Ne consegue che quei risultati finiscano con il legittimare la discriminazione, proponendo frasi in cui si sostiene che i matrimoni fra persone dello stesso sesso lederebbero i diritti dei bambini, siano da ritenersi «un'emergenza sociale», siano dettato «dall'egoismo» di chi non accetta che Brandi abbia più diritti rispetto alla propria famiglia, che sia un'imposizione di una minoranza, che la famiglia «è solo quella fatta da un uomo e una donna» e così via. C'è pure una presa in giro di Scialpi, quasi si sostenesse che un cantante gay che ha rischiato la vita e si è visto negare il diritto all'assistenza da parte del marito non meriti alcun rispetto e possa essere deliberatamente preso in giro in virtù del suo orientamento sessuale (e poi ci si stupisce se le violenze omofobe sono in crescita esponenziale, ndr).
Un altro particolare evidente è anche come tutti i titoli e tutte le descrizioni sono state create con l'evidente tentativo di fregare gli algoritmi di Google in modo da finire sempre in primo piano. Tutti i titoli iniziano con la stessa formulazione e la dicitura "matrimoni gay" è omnipresente. A ciò si aggiunge la pubblicazione di centinaia di articoli omofobi, sapendo come una pubblicazione più recente abbia maggiore evidenza nelle logiche di Google News.
Tutto questo appare come un piano studiato a tavolino (sarebbe improponibile che una redazione scriva articoli così orientati ai motori di ricerca se il loro obiettivo non fosse una colonizzazione) e l'impressione è di essere dinnanzi ad una tattica volta distrarre una grande platea di persone attraverso un'invasione di informazioni ideologizzate.
Chi cerca informazioni su quegli argomenti incapperà in mera propaganda, mentre l'accesso ad informazioni veritiere che possano proporre i fatti senza una qualche strumentalizzazione sarà un qualcosa di più complicato. Ma forse questa strategia non stupisce dato che abbiamo più volte osservato come i loro mezzi di comunicazione si basino sulle tattiche naziste e, si sa, la colonizzazione e la censura della libera informazione è il primo passo di chi vuole imporre un pensiero unico basato sulla discriminazione e sull'intolleranza.
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