Attentati di Parigi. La Manif Pour Tous li sfrutta per la sua propaganda omofobica
Per quanta poca stima si possa nutrire nei confronti de La Manif Pour Tous, in pochi si sarebbero potuti aspettare che arrivassero a tanto. È la sezione di Terni aver aver suscitato l'indignazione della rete nel pubblicare un agghiacciante messaggio in cui le stragi di Parigi sono state strumentalizzate per alimentare la loro propaganda omofobica.
Una vignetta intitolata "Il nemico è alle porte" ci mostra una nave dell'Isis che attracca in Europa. Alcuni cartelli raffigurati sulla terraferma mostrano scritte come "trans-gender", "gay pride" e "matrimoni gay". C'e persino un cartello che raffigura due chiappe, giusto per sottolineare come nell'immaginario dell'omofobo medio i gay non siano persone ma solo culi che vengono sodomizzati. E i guerriglieri dell'Isis domandavano: «Faranno resistenza?». «Non credo».
Ad accompagnare la vignetta c'è la frase: «Il gender, insieme alla perdita del senso religioso e alla mercificazione dell'essere umano, è il segno più evidente del degrado della nostra società... #nogender».
Non si è avuto neppure la decenza di aspettare il tempo della commozione e del pianto per le vittime. Come carne da macello, sono state immediatamente utilizzate per la propria propaganda. Una propaganda che peraltro è volta a chiedere che la propria concezione religiosa (magari errata o distorta) sia imposta con la forza agli altri. Un po' quello che devono aver pensato anche gli attentatori.
Ed ancor peggiore è stata la loro reazione alle proteste. Avrebbero potuto chiedere scusa. Avrebbero potuto riconoscere l'errore. Ed invece hanno preferito l'insulto e l'attacco frontale.
Scrivono di essere «stati presi di mira dalla lobby lgbt» e fanno vittimismo perché alcuni hanno osato criticarli. Allegano dei post in cui indicano nome e cognome di chi ha espresso un parere contrario al loro, quasi come in una lista di prescrizione. Poi, forse non avendo mostrato nulla di sconvolgente, aggiungono che esisterebbe anche un messaggio privato in cui gli insulti sarebbero andati oltre e siano sfociati nel definirli «merde umane».
Anche a volerci credere, basta davvero solo questo a legittimare l'uso delle vittime per propagandare la propria ideologia? Basta questo per sostenere che il problema dell'Europa siano i diritti e non l'integralismo?
Quasi a voler peggiorare la situazione, aggiungono:
Adesso, per rispetto dell'intelligenza di chi segue questa pagina non spiegheremo il significato di tale vignetta (che è chiaro a tutti coloro che non hanno fette di prosciutto arcobaleno sugli occhi), né ribatteremo che non c'entra assolutamente nulla con l'omofobia (contro la quale abbiamo pubblicato un appello qualche giorno fa, con la frase "tutti contro la #veraomofobia"). Vorremmo però fare una considerazione: questa vicenda conferma -se mai ce ne fosse bisogno - che si può fare informazione su tutto, senza però toccare la lobby LGBT, che di par suo rivendica invece il diritto spadroneggiare a go go trincerandosi dietro la libertà di espressione.
Non staremo qui ad elencare le varie e profonde offese portate alla religiosità (ricordate il calendario de "Il Cassero" o le bestemmie dei Gay Pride?) o la presenza di pagine facebook fatte appositamente per denigrare ed insultare le persone, non staremo a ricordare il R.I.R.O. (registro nel quale per insindacabile giudizio di non si sa chi chiunque può essere etichettato impunemente come omofobo o razzista o razzista E omofobo) o a descrivere le varie aggressioni ed insulti (ovviamente tolleranti ed antifascisti) portati a quei cattivoni delle Sentinelle in Piedi ogni qual volta osano leggere libri in piazza (ah, che pretese!), ma pubblichiamo giusto le prime foto e vignette che ci vengono in mente e che testimoniano che questi sono tutti Charlie con la libertà di pensiero degli altri. E già che ci siamo, pubblichiamo pure un paio di foto di quello vero di Charlie, offensive contro la religione e denigratorie contro di alcune tragedie, contro il quale non ci risulta sia mai insorto nessuno.
E, comunque: #sempreinlotta
E qui non vale neppure la pena far presente quante e quali pagine omofobe esistano. Quanta gente si diverta un mondo a dire che i gay sono malati o pedofili. Per non parlare del loro stesso profilo, in cui alcune famiglie vengono fotografate ed insultate deliberatamente da persone che oggettivamente non possono conoscere la loro storia (ma che ciononostante si sentono nel diritto di insultare e diffamare pubblicamente).
Insomma, è quell'idea di libertà a senso unico, in cui la loro idea deve essere imposta con la forza e gli altri non contano. Che si tratti di gay o di vittime del teterrimo, a loro pare non fregare nulla. L'importante è che i gay siano costretti a lavorare per pagare quella reversibilità che a loro non sarà mai concessa o che non si lamentino troppo se rischiano di essere picchiati a sangue per il solo fatto di esistere.
Immagini: [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11]
Leggi l'articolo completo su Gayburg