Facebook censura Gayburg: vietato denunciare l'ipocrisia della Chiesa


Ancora una volta la censura di Facebook si è abbattuta su Gayburg, ancora una volta impedendo la denuncia dell'ipocrisia di chi crea odio sociale al solo fine di nascondere le proprie azioni. Stando al lapidario messaggio inviato dal social network, l'aver parlato del docu-film "Amori sacri" risulterebbe in violazione degli standard della comunità.
L'opera del regista brasiliano Dener Giovanini documenta l'attività di ben 150 sacerdoti, provenienti da 30 stati diversi, che dal pulpito condannano l'omosessualità ma poi non si oppongono a fare sesso virtuale una volta tornati nella loro canonica. Un documento che evidentemente fa paura all'integralismo cattolico, al punto da organizzare veri e propri raid volti a nascondere la notizia.
Lo scorso agosto un altro nostro post venne censurato da Facebook perché volto ad evidenziare gli effetti dell'eduzione sessuale fai-da-te tanto auspicata dall'integralismo cattolico. In quel caso la notizia venne rimossa con l'accusa di rappresentare "immagini di nudo" a fronte di testimonianze prelevate da un reportage giornalistico di Channel 4.
A questo punto diventa davvero difficile cosa prevedano quegli standard della comunità, considerato come si tolleri l'incitamento all'odio da parte di integralisti organizzato ma non l'informazione.
Considerato come ogni giorno vengano pubblicate migliaia di immagini e frasi di istigazione all'odio prodotte dall'integralismo religioso, fa riflettere come quei contenuti vengano ritenuti accettabili ma sia censurata qualsiasi forma di contro informazione. Se quelle regole tollerano la violenza e soffocando la denuncia, ci sarebbe da chiedersi se non sia il caso di rivederle.
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