I lettori de Il Giornale: «Io i fr*ci li brucerei tutti, fanno schifo e basta. Sono gente malata che deve scomparire»

Da qualche giorno l'integralismo cattolico non fa che parlare di una presunta schedatura online degli omofobi e dei razzisti, peraltro citata anche da Carlo Giovanardi nella sua strenua difesa di Tavecchio.
Se probabilmente molti di voi non sapranno di che cosa si stiano parlando, il riferimento è al sito "Registro razzista" che si prefigge di emarginare gli omofobi attraverso l'uso delle stesse modalità usate dai nazisti per la persecuzione degli omosessuali e degli ebrei.
Se una simile iniziativa può sembrare opinabile, interessante è notare chi abbia diffuso quel sito: una semplice ricerca su Google ci suggerisce come a parlarne siano stati esclusivamente realtà come Il Giornale, La Nuova Bussola Quotidiana, Informare x resistere, Osservatorio Gender, No ai matrimoni gay in Italia, Il Giornale d'Italia, Azione Tradizionale, Il Secolo Trentino... insomma, se qualcuno conosce quell'indirizzo è perché una realtà dell'integralismo cattolico glielo ha suggerito. Non solo, basta guardare la pagina Facebook del gruppo per trovare solo 64 like, contro gli oltre 700 raccolti da un altri gruppo nato per chiederne la chiusura (con tanto di botta e riposta fra persone che paiono sapere chi gestisca l'altro gruppo, nonostante quel dato non venga dichiarato né possa essere reperito).
Il risultato è una lista con nomi stranoti di scarsa utilità, perché di certo non serve un sito per sapere che Adinolfi o Giovanardi siano omofobi. E che dire della modalità con cui le descrizioni sono state redatte con frasi non certo comuni nel mondo gay? Ad utilizzate locuzioni come «matrimonio omosessuale» o «figli degli omosessuali figli di una madre surrogata» sono generamene gli omofobi, non certo gli attivisti gay...
Ulteriori verifiche sulla proprietà del dominio non vengono in ostro aiuto, dato che il nome usato parrebbe falso e il numero civico indicato è inesistente. Dai dati oggettivi, quel sito potrebbe essere stato creato da un attivista così come dallo stesso Adinolfi. In fondo anche a Pearl Harbor gli americani bombardarono sé stessi pur di avere un pretesto che giustificasse un attacco armato.

E di guerra qui si parla. Baste leggere il tenore dell'articolo pubblicato da Il Giornale (uno dei primi pubblicati sul tema) per capire in quale modo si istighino i lettori alla violenza.
Matteo Carnieletto esordisce sostenendo che «l'ultima frontiera del pensiero unico si chiama Registro razzista». Afferma si tratti di un «fallimento» perché «nonostante sia online da più di un mese, sono state segnalate solamente 18 persone "omofobe" o "razziste"». Si abusa nell'uso delle virgolette nei termini che riguardano il movimento anti-gay, ma poi si usa il grassetto per sostenere che i metodi usati dai siano nazisti. Il tutto per poi concludere con il sostenere che i gay siano nazisti e che «alla fine è sempre facile fare i nazisti con la libertà degli altri».

Interessante è notare come un sito sconosciuto e con solo 18 segnalazioni (tutte da parte di un solo utente) sia stato indicato come un'azione coordinata da parte dell'intera comunità gay, giusto per far cadere la colpa su chi non ha mosso un solo dito all'interno dell'intera vicenda. Il tutto, ovviamente, sorvolando su come la controparte abbia redatto liste di libri da metter all'indice, lista di scuole da evitare, liste di corsi da non seguire, liste di professori da diffamare durante i convegni. E poi, ancora, tutto questo entusiasmo non si è visto quando Il Giornale sosteneva di essere a conoscenza di un registro con cui lo stato stava schedando i gay, così come ha strenuamente difeso la schedatura delle scuole gay-friendly da parte del cardinale Scola e non pare si sia stracciato le vesti quando il vecchio prefetto di Milano organizzava raid nei locali gay per schedare i presenti...
Insomma, l'imparzialità sembra sconosciuta ai giornalisti di Salutisti, ma non l'istigazione all'odio. La conseguenza di quel martellamento violento appare infatti evidente. Da un lato c'è chi si auto-segnala su quel sito, descrivendosi come «cattolico tradizionalista, fiero eterosessuale, antifemminista, nazionalista identitario bianco, sostenitore della Famiglia tradizionale, strenuo avversario della teoria del gender». Dall'altra parte c'è chi inneggia allo sterminio dei gay nei commenti pubblicati dal quotidiano.

In tanti chiedono di poter essere inseriti nella lista, sostenendo che la cosa «mi rende orgoglioso, saranno milioni di nomi». Altrettanti vogliono «che gli eterosessuali pubblichino i nomi di tutti i pervertiti omosessuali invece» in modo che «così che posso sapere a quante persone la natura ha fatto un brutto scherzo».
Già, perché il sostenere che i gay siano persone malate o anormali è uno dei filoni che va di gran moda fra i lettori del quotidiano. C'è chi lamenta che «uno con un difetto cerca di emarginare uno normale, siamo al grottesco», chi rivendica che «di certo non siamo noi a doverci vergognare» o chi sentenzia: «Il mondo alla rovescia... gli "strani" pubblicano il registro dei "normali"».

Tanti citano Adinolfi a memoria, sostenendo sostiene che i fatti ricordino «la psico-polizia di "1984"» o che non ci sia nulla «di più nazista che violentare i diritti in un essere indifeso come un neonato». Ma qualcuni non manca di ostentare il suo livello culturale nello scrivere: «A me piace la passera. Quella non sboccacciata, non sgangherata, non estroversa, non arruffata, ma che sia composta, minuta e ben pettinata. Agli altri pertugi spetta il compito di espellere, espungere e non introitare escrescenze esterne. Chi ammette proprietà diverse è solo un deviato, un piglianculo».
Ed ancora: «Se vengono a rompere faremo come Signorini....l'ANPI dei normali contro la dittatura delle minoranze»; «i depravati stanno approfittando della bontà della gente normale e corretta». Voi gay «surrogate un amore virtuale e fittizio con la mancanza della forza della vita che sta tanto negli uomini veri quanto e forse di più nelle vere donne». «Non temo di finire nella rete come contrario alle unioni, matrimoni, convivenze e porcate varie dei culattoni perché il no ai riconoscimenti degli pseudodiritti dei perversi e degli scherzi di natura». «Se avete voglia d'avere rapporti sessuali con chi è del vostro stesso sesso fatelo pure, ma non pretendete che questo sia normale». «La propaganda gay va vietata per legge. Quattro sbagliati non hanno nessun diritto sentirsi autorizzati a insultare le persone normali con le loro ostentate pagliacciate». «Busoni, froci, culattoni: datemi l'indirizzo del sito che mi auto denuncio. Orgoglio Etero». «Pensate che sia omofobo, no sono solo per la normalità, capito, per la normalità in questo paese dove non si capisce dove sta la naturalità delle cose e dove sta la devianza». «Loro ci vogliono emarginare? Allora è legittima la reciprocità senza che si mettano a strillare come checche isteriche ogni volta che lo faremo». «Avete chiesto all'inizio una mano ma avete continuato a prendervi tutto il braccio. La pazienza sta traboccando». «Cosa ci azzecca il razzismo contro i froci!!! a me piacciono le donne e stai a vedere che se non mi piacciono gli uomini sono razzista! contento di essere razzista e contro i froci». «Finocchi e lesbiche, trans e pedofili dovrebbero essere perseguiti dalla legge. Adozioni di bambini? Roba da film horror o da politica demenziale». «Mi basta pensare da dove nascono i frutti degli amori sodomitici, per avere la tranquillità che verranno tutti chiamati con lo stesso nome, quello scientifico e quelli d'uso popolare, ma tutti con lo stesso nome». «Che vogliate giocare a fare i genitori crescendo futuri gay è una cosa rivoltante».

Il filone più preoccupante, però è, quello delle minacce. C'è chi scrive: «Sono contro alle unioni gay perché rispetto la natura che ci ha creato con due organi genitali diversi se fosse come dicono questi immondi nazisovietici avremmo due cxxxi e due gnocche. I gay si rendano conto che sono diversi possono pure vivere insieme e fare il cxxxo che vogliono in casa loro purché non si facciano vedere i giro e da me mi fanno schifo». Rincalza qualcun altro, asserendo che i gay sarebbero dei malati e che «o si curano o un buon ammalato deve morire».
C'è chi aggiunge: «L'unico diritto che hanno i froci è quello di prenderlo in culo». Ed ancora: «Io i froci li brucerei tutti, fanno schifo e basta. Sono gente malata che deve scomparire».

Interessante è dunque notare come l'integralismo omofobo abbia speso mesi a sostenere che l'omofobia non esista (qualche parlamentare l'ha pure sostenuto in Aula) mentre i loro sostenitori vanno in giro a dichiararsi fieramente ostentando, ostentando come il loro odio coinvolga l'orientamento sessuale altrui e non le fantomatiche "ideologie" dietro cui i loro fomentatori cercano di nascondersi.
Il vero problema, però, è costatare come i vari Brandi ed Amato abbiano alimentato la violenza al punto da spingere alcune persone a commettere un reato nel minacciare pubblicamente di morte i gay. Di questo passo c'è da chiedersi fra quanto inizieranno ad esserci i primi omicidi.

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