La Lituania propone una legge di stampo russo contro la cosiddetta "propaganda gay"


Il parlamento lituano sarà chiamato oggi a discutere la possibile introduzione di una legge anti-gay di stampo russo. Il progetto di legge è inaspettatamente comparso all'ordine del giorno del parlamento soltanto un paio di giorni fa e questa incredibile fretta nella sua discussione potrebbe essere dettata da come un precedente tentativo di calendarizzazione fallì lo scorso marzo a causa delle pressioni esercitate dalla comunità internazionale.
La modifica proposta non differisce molto differisce dalla cosiddetta "legge contro la propaganda omosessuale" approvata in Russia. Ad essere criminalizzati saranno qualsiasi discorsi pubblico, oggetto, manifesto, slogan o materiale audio visivo che parli in maniera non negativa dell'omosessualità, così come l'organizzazione di eventi come il Baltic Pride si tradurrebbe in una sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 900 euro. In caso di ripetute violazioni, la multa sale da 900 a 1.800 euro.

Il disegno di legge è stato proposto dal deputato Petras Gražulis, pronto a sostenere che la necessità di una simile modifica sia sorta a causa delle «attuali debolezze del sistema giuridico lituano» dato che «la promozione dei valori della famiglia tradizionale è spesso considerata come una discriminazione infondata e illegale contro le minoranze sessuali». Secondo il proponente della modifica, «la legge serve quando la lotta contro le discriminazioni per motivi di orientamento sessuale viene utilizzato come uno scudo. Di conseguenza, i valori tradizionali della famiglia, che sono apprezzati dalla gente, vengono discriminati nel loro apprezzamento dei rapporti sessuali eterosessuali».

Gli esponenti internazionali e locali per i diritti umani denunciano come una simile legge limiterebbe i diritti alla libertà di espressione e alla libertà di riunione pacifica, sanciti dagli articoli 9 e 21 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e degli articoli 10 e 11 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). La legge risulterebbe discriminatoria nei confronti LGBT e ridiscuterebbe pertanto in violazione dell'obbligo a vietare la discriminazione, così come sancito dall'articolo 2 del ICCPR, l'articolo 14 della CEDU e dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE.
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