La Nuova BQ all'attacco dell'«ideologia ecologica»
Per mesi e mesi La Nuova Bussola Quotidiana (così come anche Il Timone, diretto dal medesimo direttore) hanno versato litri di inchiostro per sostenere l'esistenza di una fantomatica «ideologia gender».
Un nuovo articolo firmato proprio da Riccardo Cascioli parrebbe ora sottolineare come quei termini sembrino far parte di una precisa strategia comunicativa volta ad imporre il proprio pensiero come l'unico accettabile.
In questo caso, infatti, non si sta parlando né di orientamento sessuale, né di identità di genere... il tema è il surriscaldamento del pianeta. Dinnanzi a chi lancia l'allarme per l'aumento aumento di oltre un grado della temperatura terrestre, il sito integralista lamenta:
Due annunci soltanto nella giornata di ieri, rispettivamente da parte del Met Office (l’Ufficio meteorologico britannico) e dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm). Ed è solo l’inizio, perché con una liturgia ormai collaudata man mano che ci si avvicina alla annuale Conferenza internazionale sul clima (quest’anno a Parigi a partire dal 30 novembre) gli annunci di catastrofi prossime venture vanno in crescendo, per creare la massima pressione possibile sui rappresentanti dei governi chiamati a trovare un accordo.
Ma un accordo su cosa? La pretesa è quella di ridurre le emissioni di CO2 in modo da contenere l’aumento delle temperature per il 2100 entro i due gradi dall’inizio dell’era industriale. Sono ormai venti anni che ci provano invano (la Conferenza di Parigi è la Cop21, ovvero la 21esima Conferenza fra le parti) e possiamo dire meno male. Perché i presupposti scientifici che sono alla base di questi mega-negoziati sono assolutamente infondati checché se ne dica.
Già da queste prime righe è facile notare un parallelismo con cui trattano il tema dell'omosessualità o dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Si sostiene che «non è un'emergenza», che gli scienziati sbagliano e che c'è la «pretesa» di un qualcosa che si sostiene non sia dovuto.
Dopo aver presentato le proprie argomentazioni sul tema, si passa nell'asserire che non si debba prendere per buona alcuna teoria scientifica che non sia già stata comprovata in ogni suo minimo dettaglio (più o meno quello che dicono per cercare di accantonare le tesi dell'Oms riguardo alla naturalità dell'omosessualità) e scrivono:
Si tratta di cifre che vengono dedotte da medie, stime, proiezioni, che hanno certo un loro valore scientifico, ma non possono essere spacciate per realtà indiscutibile, e soprattutto base per scelte politiche ed economiche importanti. E se i dati reali sono già così precari, figurarsi le proiezioni sul futuro che vengono fatte su modelli al computer. I quali sono del resto già stati smentiti, perché da 18 anni e 9 mesi non si registrano ulteriori aumenti della temperatura globale (dati Nasa), cosa che ha già fatto ricredere alcuni scienziati finora sostenitori della tesi del Riscaldamento globale antropogenico.
Come nel caso dei matrimoni gay, anche qui si sventola lo spauracchio di presunti interessi economici legati a quella che definiscono «ideologia ecologica». E se per sostenere la fantomatica «ideologia gender» non manca mai il riferimento alla presunta "difesa" dei bambini, qui pare si affermi la volontà di "difendere" i paesi ricchi dal rischio di risultare meno competitivi a causa di argomenti futili come la salvaguardia dell'ecosistema:
C’è dunque cattiva scienza alla base di quelle che vorrebbero essere scelte politiche obbligate, le cosiddette “politiche per il clima”. Ma non è solo questo il motivo per cui inevitabilmente da venti anni falliscono i negoziati. C’è anche un motivo economico. Perché l’ideologia ecologista dominante esige che venga bloccata l’economia dei paesi industrializzati –ritenuti i principali responsabili delle emissioni di CO2 a causa dell’uso massiccio dei combustibili fossili– i quali oltretutto devono anche risarcire i paesi poveri, vittime dei cambiamenti climatici. Non a caso uno dei punti in discussione a Parigi sarà la costituzione di un fondo annuale di 100 miliardi di dollari a tale scopo. Questa era anche la logica del Protocollo di Kyoto -firmato nel 1997, entrato in vigore nel 2005 e scaduto nel 2012, poi prorogato fino al 2020– per cui soltanto i paesi industrializzati si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra.
Ma ormai le maggiori emissioni di CO2 arrivano dai paesi emergenti, come Cina e India, che ovviamente non hanno alcuna intenzione di frenare il loro sviluppo per far contenti WWF e Greenpeace. E anche Europa e Stati Uniti devono fare i conti con la difficoltà delle loro economie: non si può chiedere di rendere tutti i popoli più poveri in nome di pretese scientifiche tanto discutibili.
L'unica differenza che si nota riguardo alla loro campagna contro i diritti delle persone lgbt è nell'uso che viene fatto della Chiesa. Se il parere omofobico di alcuni vescovi è sventolato come una verità rivelata quando si tratta di attaccare i gay, qui si attacca la Chiesa per il suo appoggio all'ecologia. Scrivono:
Quest’anno però c’è una novità: ovvero la presenza istituzionale della Chiesa cattolica a sostegno delle politiche per il clima. Sulla spinta dell’enciclica Laudato Sii è partita una mobilitazione di diocesi e comunità in vista di Parigi; un appello dei vescovi di tutto il mondo è stato lanciato il 26 ottobre (ma non si sa chi l’abbia effettivamente firmato); 230 organizzazioni cattoliche mondiali hanno proclamato novembre il “mese del clima”, con petizioni, pellegrinaggi e iniziative varie che culmineranno con la marcia nella capitale francese il 29 novembre.
Sembra quasi che ora sia la Chiesa a volersi mettere alla testa del movimento ecologista mondiale, e un modello lo ha dato il Vicariato di Roma che domenica scorsa ha organizzato la Marcia per la Terra (salutata anche dal Papa all’Angelus) raccogliendo l’adesione di decine di organizzazioni tra cui WWF, Greenpeace, Legambiente. È una sorta di ubriacatura ecologista che, aldilà delle intenzioni, omologa anche i cattolici all’ideologia dominante. A dire il vero non si può essere neanche tanto sorpresi: dopo aver visto nel Sinodo che voglia di piacere al mondo c’è tra i pastori su matrimonio e famiglia, figurarsi su un tema come l’ambiente.