L'associazione ProVita denuncia Gayburg e chiede che il sito sia sequestrato ed oscurato
È il sito dell'associazione ProVita ad affermare che Toni Brandi e Romana Franceschi Poleggi mi hanno denunciato. L'annuncio è stato dato pubblicamente, con tanto di accuse infamanti volte a creare odio nei miei confronti: secondo il presidente dell'associazione integralista, infatti, la critica alla sua continua propaganda sarebbe da ritenersi idonea «ad alimentare quell'odio e quella violenza ai quali invece ci si accusa di istigare. Ci auguriamo di non dover arrivare alla situazione che si è creata in Germania, dove alcuni esponenti pro-family hanno visto le loro auto incendiate. Niente male per i campioni della tolleranza».
L'accusa è di per sé molto grave, dato che il presidente pare suggerire azioni violente anche se nessuno ha mai auspicato né proposto qualcosa del genere.
Ma ciò che davvero preoccupa è il messaggio insito nell'azione di Brandi. Attraverso la minaccia di azioni legali e la diffamazione pubblica di chiunque osi contestare il suo pensiero unico, il presidente dei ProVita pare vuole intimidire chiunque osi accostare gli articoli di disinformazione a parerei un po' più autorevoli.
Giusto per fare un esempio, ProVita cita lo Studio Sullins per sostenere che i gay sono cattivi genitori, ma poi minaccia di azioni legali chiunque faccia notare che quell'uomo è già stato denunciato per aver falsificato proprio i dati su sui si basano le loro tesi. Questo non significa bruciare le macchine, significa fare corretta informazione.
Nella sua denuncia Toni Brandi può anche sostenere che i suoi articoli intendessero «offrire una chiave di lettura razionalmente e scientificamente fondata» per «mettere in guardia le famiglie circa le più recenti mode che purtroppo vanno diffondendosi tra i giovani per effetto di un martellamento mediatico». Può persino citare il Papa (e lo ha fatto! ndr) ma ciò non toglie che i dati statistici suggeriscano che quando una famiglia tenta di "curare" la transessualità dei figli, l'aumento dei suicidi è del 53%. Ma non lo si può dire, altrimenti si viene denunciati.
E che dire di come la World Medical Association depennava la transessualità dalla lista delle patologie proprio mentre l'associazione ProVita scriveva a lettere cubitali che «la disforia di genere è una malattia»... come può dire che la sua fosse una «chiave di lettura razionalmente e scientificamente fondata»?
Ma non solo. È l'associazione stessa a lasciar intendere che la via giudiziaria sarà la modalità intimidatoria con cui l'associazione intende far tacere chiunque osi criticare la loro propaganda: la denuncia odierna viene infatti anticipata da un lungo discorso in cui l'articolo ricorda che ad ottobre l'associazione denunciò un non meglio precisato attivista gay che aveva osato criticare Toni Brandi su Facebook.
Riguardo alle richieste, Toni Brandi e Romana Francesca Poleggi chiedono che Gayburg venga sequestrato ed oscurato, vuole l'avvio di un procedimento penale nei miei confronti da parte del Procuratore della Repubblica e un'indagine della Digos e della Questura «circa i responsabili e i componenti e i simpatizzanti di tale sito».
La cosa più assurda è che quando il Ministro Giannini parlò di denunciare le associazioni che creavano isteria infondata riguardo ad una fantomatica "ideologia gender" che sarebbe dovuta essere nel mezzo del contrasto alla violenza di genere, l'associazione ProVita parlò di «violenza verbale» e di «parole inaccettabili e che destano tristi presagi sul nostro prossimo futuro. Forse è davvero molto vicina l’epoca in cui pure in Italia si verrà perseguitati per difendere le proprie opinioni e la propria libertà di coscienza. La Giannini si sta forse preparando ad assumere la dirigenza di un Ministero della Verità di orwelliana memoria?». Ed ancora: «Tutto ciò è molto grave. Le intimidazioni sono degne dei totalitarismi più o meno striscianti».
Clicca qui per leggere la denuncia diffusa a mezzo stampa da ProVita.