Per la terza volta, Area Popolare torna ad affiggere manifesti omofobi per le vie di Modena


Ancora una volta le vie di Modena sono state riempite di manifesti omofobi che ledono la dignità di migliaia di persone. Ancora una volta la firma è quella di Area Popolare, il gruppo che fa capo al senatore Carlo Giovanardi e che già lo scorso maggio e lo scorso giugno invasero le medesime strade con manifesti contenenti slogan di simile tenore.
Negli spazi pubblicitari affittati dal Comune sono così comparsi slogan inaccettabili come: «I bambini non si comprano. I bambini non si vendono. No a nuove forme di schiavitù. No al matrimonio gay». Quattro frasi che ledono la dignità e l'intelligenza di chi non se può più di vivere in un Paese dove la politica non si fa problemi a ledere i diritti costituzionali delle minoranze a fini elettorali.

Il Pd ha condannato l'accaduto. «I manifesti affissi oggi nel Comune di Modena firmati dal gruppo consiliare di Area Popolare sono qualificabili con un solo aggettivo: ignobili», afferma la deputata Giuditta Pini. «Si tratta di manifesti che tendono a seminare l'odio, a favorire la disinformazione al solo fine di cercare una visibilità mediatica del tutto inutile». La deputata ha anche notato come «viviamo in una fase davvero difficile, piena di tensioni in cui è davvero poco utile suscitare paure che non hanno ragione di esistere. Bisognerebbe contribuire a una discussione serena che non fomenti l’odio e l’integralismo».

Dura è anche la reazione di Arcigay. «Manifesti come quelli affissi dai consiglieri comunali di Modena sono ormai ricorrenti in tutto il paese, a firma delle diverse compagini che danno corpo ai nuovi fascismi», dichiara il segretario nazionale Gabriele Piazzoni. «Quei manifesti non si limitano a esprimere un'opposizione al matrimonio tra persone dello stesso sesso ma addirittura alludono all'omogenitorialità come a una compravendita di bambini, paragonandola a una nuova schiavitù. Questo è grave e inaccettabile, perché lede profondamente la rispettabilità delle famiglie omogenitoriali, in cui i bambini sono amati esattamente come accade in tutte le altre famiglie. Avvilisce prendere atto che in Italia ci si finge liberali negando alle persone omosessuali il diritto al matrimonio ma nel contempo lasciando carta bianca ai predicatori d'odio, che possono diffondere le loro campagne negli spazi di pubblica affissione, con l'autorizzazione dell'amministrazione comunale. La cultura liberale è un'altra cosa e lo dimostrano la quasi totalità dei Paesi europei, in cui gay e lesbiche possono sposarsi e le incitazioni all'odio sono sanzionate per legge. Di questo paradosso portano la responsabilità Parlamento e Governo che su questi temi tengono il Paese in stallo».

Clicca qui per guardare un manifesto affisso a Modena.
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