Pillon sulle stragi di Parigi: «Anche a Roma si cominciò promuovendo l'omosessualismo»
Ha creato enorme indignazione il messaggio pubblicato su Facebook nel quale La Manif Pour Tous di Empoli ha tentato di sfruttare le stragi di Parigi per promuovere la sua omofobia. Una vignetta mostrava l'Isis che giungeva in Italia e, secondo il loro pensiero, un continente che tollera l'omosessualità si sarebbe rivelato una facile preda per l'integralismo islamico. Le proteste sono state tante e tali da far sì che il post in questione venisse rimosso.
Eppure pare che il pensiero della sezione di Empoli non sia isolato dato che uno dei principali attori del movimento anti-gay ha pubblicato un messaggio contenente una tesi molto simile. Si tratta di Simone Pillon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari e Membro del Consiglio Diocesano degli Affari Economici della Archidiocesi di Perugia.
Il 15 novembre alle ore 9.20 del mattino (ossia poco più di 24 ore dalla strage) ha pubblicato un testo in cui si sostiene che l'Impero Romano sia caduto per colpa dei gay e in cui pare paventarsi l'ipotesi che l'Europa possa essere conquistata dall'Isis se non aderirà immediatamente ad un cristianesimo ultraconservatore:
La crisi dell'impero romano è paradigma della crisi dell'impero occidentale che stiamo vivendo... anche a Roma si cominciò distruggendo la famiglia e promuovendo l'omosessualismo e l'individualismo. Anche a Roma si rinnegò la fede dei padri e si derise il mos maiorum (dove sono le radici cristiane dell'Europa?). Anche a Roma si permise la massiccia immigrazione clandestina e infatti gli eserciti barbari trovarono scarsa resistenza anche per queste ragioni. Una civiltà che taglia le proprie radici trascendenti e morali non ha nessuna speranza. Colpisce come le analisi di questi giorni e le impresentabili reazioni dei nostri governanti non comprendano questa elementare verità. La forza di un popolo è la forza del più debole dei suoi. Non si misura in base al numero di carri armati ma in base alla forza morale. Potremmo dire che si misura con la fede nella vita oltre la morte.. E noi a differenza dei kamikaze non abbiamo più risposte davanti alla morte. Siamo davanti ad un immenso scontro di antropologie. E non abbiamo la forza morale per affrontarlo. Restano due opzioni: Lepanto o san Benedetto. Forse resisteremo Come a Lepanto quando le galere cristiane quasi in rotta resistettero fino all'alba per poter contare sulla preghiera delle Lodi dei monaci di tutta Europa e poi vinsero fermando l'islam. O forse crolleremo e dovremo affidare alle famiglie -nuovi monasteri- il compito di tramandare alle nuove generazioni la forza immensa della speranza cristiana che ha generato la nostra civiltà. Forse Dio permetterà la prima strada. O forse i peccati dell'occidente hanno raggiunto il cielo perché un popolo che uccide i suoi figli nel ventre della loro madre è già come se fosse morto. A ciascuno di noi il compito di convertirsi. Oggi.
Parole che si commentano da sé. Ma a far riflettere è ciò che si legge fra i commenti. Per citarne uno su tutti, c'è chi pare voler incolpare i francesi di quanto accaduto e scrive:
Bravo Simone, i francesi hanno dimenticato il monito di San Giovanni Paolo II, quando chiese: oh Francia primogenita della chiesa cattolica dov'è la tua fede?? Quando la fede viene accontonata per il portafoglio delle lobby, quale risultato poteva venirne fuori?? Cosi le parole di un Sant'Agostino vivente, Benedetto XVI, nel suo discorso a Ratisbona. Il denaro è un buon strumento, che il male, sa utilizzare per confondere l'uomo, meravigliosa creazione di Dio.
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