ProVita diffama chiunque con concordi con Deodato

Hanno cercato di screditare Monica Cirinnà sostenendo falsamente che sarebbe stata proprietaria di un locale romani vicino ad una discoteca gay e che quindi la sua imparzialità fosse da mettere in discussione. Ora, dinnanzi ad un giudice che inneggia alle Sentinelle in piedi e a qualunque forma di omofobia organizzata, cercando di sostenere che sia inammissibile che qualcuno possa mettere in discussione la sua imparzialità.
Ovviamente stiamo parlando dell'associazione integralista ProVita, tra le più impegnate nell'istigazione all'odio omotransofobico. Nonostante tutti i componenti della loro associazione siano riconducibili all'estrema destra, l'associazione non anca di sostenere che i gay siano come nazisti (con la stessa modalità con cui erano i nazisti ad accusare gli ebrei di antisemitismo)

In un inaccettabile articolo caratterizzato dalla fotografia di alcuni soldati nazisti, il sito integralista si lancia nel sostenere che «chiunque dica la verità sul matrimonio gay, ovvero che non è un matrimonio, viene inesorabilmente colpito dalla Gaystapo. E non importa se la vittima questa volta è un magistrato, colpevole solo di aver applicato la legge italiana» e che «hanno fatto i prefetti ad annullare tali fantasiose e propagandistiche messe in scena».

A quel punto si passa a passare in rassegna quelli che vengono passati come brave o cattive persone, coprendo di fango chiunque si sia limitato ad osservare l'ovvio: una decisione che mette in gioco la dignità di migliaia di persone può essere presa da un giudice di parte o sarebbe stato preferibile chiamare in causa un giudice che non facesse nascere quel dubbio? Loro dicono infatti che quella sia la legge e che non vi siano dubbi in proposito, eppure dimenticano di segnalare come quella decisione abbia annullato le sentenze di ben quattro TAR. Dobbiamo dunque dedurre che i giudici del TAR siano incapaci o è legittimo ritenere che la volontà espressa dal Consiglio di Stato non è così condivisa e che l'opinione personale di una persona potrebbe aver influito?

Eppure il sito integralista non ci mette troppo a sentenziare:

Ma qui il clima inizia a farsi pesante. Si respira davvero una brutta aria. La libertà viene meno ogni giorno di più. Da oggi sappiamo che per la Gaystapo chiunque si occupi di giustizia e annessi non può essere cattolico e non può avere idee ben precise in tema di famiglia e vita. O appoggi il matrimonio gay o ti bandiamo dalla vita pubblica e defenestriamo da ogni carica istituzionale.
Non è più tempo di tentennare. Chi ha a cuore la verità e la propria libertà deve reagire. Noi lo stiamo facendo. Tutta la nostra solidarietà a Carlo Deodato.

Al posto di ostentare la loro "solidarietà" ad un giudice che ha ritwittato tutta la loro propaganda omofoba, più interessante sarebbe poter ascoltare il perché ora sostengano che le sentenze non debbano essere contestate dopo aver passato anni ad asserire che i giudici siano tutti politicizzati e che sia doveroso potersi opporre alle sentenze che non si condividono. L'impressione è che la loro massima aspirazione sia la piena dittatura, dove la volontà discriminatorice di Brandi venga imposta a priori (e con soldi pubblici, dato che a finanziarli è lo anche lo stato attraverso lo status di "onlus" che è stato inspiegabilmente loro concesso).


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