Secondo l'Uccr, i gay sono persone etero che non hanno ben capito dove infilare il pene
L'integralismo cattolico appare ossessionato dal voler cercare di provare che l'omosessualità sia una malattia e che la loro sessualità sia l'unica meritevole di diritti e privilegi da parte dello stato. Sostengono che la loro eterosessualità sia generata da un Dio che li ha reputa migliori degli altri in virtù del loro apprezzamento per la vagina.
Ed è in questo filone che si inserisce l'ennesimo articolo di disinformazione realizzato dall'Unione Cristiani Cattolici razionali (Uccr).
Affiancato da una vignetta di pessimo gusto che mira a sostenere che i gay non debbano avere pari dignità rispetto agli eterosessuali, l'articolo appare già una farsa sin dalla sua introduzione. Il gruppo omofobo dice infatti di «essere poco interessati» al tema dell'omosessualità e di preferire semplicemente opporsi ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, opporsi alle adozioni e promuovere quello che loro definiscono «diritto per chi prova attrazioni omosessuali indesiderate di cercare aiuto terapeutico per affrontare la sua situazione». Insomma, non gli interessa conoscere il tema che trattano purché l'omosessualità sia reputata una malattia da "curare" e da privare si ogni diritto civile.
E anche sul loro «poco interesse» ci sarebbe da ridire, a fronte di una valanga di articoli dedicati a Nicolosi, Luca di Tolve e a chiunque altro potesse convincere i loro lettori che i gay potrebbero benissimo uniformarsi alla loro eterosessualità e smettere di vivere con orientamenti sessuali che a loro non piacciono. In fondo vorremmo mica vivere in un mondo dove ogni persona possa scegliere per sé, meglio un mondo in cui l'integralismo cattolico possa imporre le proprie idee con la violenza alla tregua delle peggiori dittature (ovviamente giudicando mentre si pretende di non essere giudicati).
Parlando degli studi sull'origine genetica dell'omosessualità condotti da Simon LeVay, il giornale cattolico linka una recensione apparsa sul Venerdì di Repubblica per sostenere:
Nel suo ultimo libro, “Gay si nasce?” (Cortina edizioni 2015), ha analizzato i vari tentativi scientifici di individuare l’origine dell’omosessualità, arrivando però a concludere che non siamo in grado di capirlo. Non c’è nessun gene gay. Recensendo il libro, lo psicologo filo-Lgbt Vittorio Lingiardi, ordinario presso La Sapienza di Roma, ha giustamente negato che «il gene rappresenti una grandezza irriducibile e immutabile e che tra un gene potenzialmente attivo e un comportamento complesso esista una relazione causa-effetto, cosa lontana da ciò che presumibilmente accade». L’origine dell’omosessualità è quindi da trovarsi in un’influenza reciproca e continua tra espressività genetica e contesto ambientale.
In realtà si ha l'impressione di essere dinnanzi a frasi decontestualizzate a cui si è cercato di dare un significato diverso da quello originale. Infatti, l'articolo citato non dice che non esistono geni gay, ma si limita a domandarsi perché mai ci sia una spasmodica ricerca delle cause di un orientamento sessuale quando forse ci sarebbe da preoccuparsi del perché ci sia un simile odio verso chi non è eterosessuale. Ed anche la frase virgolettata pare aver un altro significato nel suo contesto originale, dato che sulle pagine del Venerdì di Repubblica si affermava:
Aderire, ma anche opporsi, in modo unilaterale agli studi biologici sull'omosessualità significa affermare un modello fasullo e retorico di Dna, basato sulla credenza che il gene rappresenti una grandezza irriducibile e immutabile e che tra un gene potenzialmente attivo e un comportamento complesso esista una relazione causa-effetto, cosa lontana da ciò che presumibilmente accade. Il dibattito natura vs cultura per-de consistenza, perché le scienze oggi propendono per un'influenza reciproca e continua tra espressività genetica e con-testo ambientale. Domande per tutti. Sappiamo guardare all'omosessualità senza scervellarci troppo? Riusciamo a non dare per scontato l'orientamento eterosessuale? Ha senso cercare la «causa prima» dell'orientamento sessuale?
Ma l'Uccr pare voler presentare una tesi ben diversa, ed è così che nel preseguo del suo articolo torna a dare fiato ai suoi pregiudizi più assurdi. Scrivono:
La cosa più interessante è che Lingiardi si è dimostrato spazientito dal fatto che tutti si domandano se si “nasce o si diventa gay”, questa è «l’immancabile domanda, che (al)l’etero non si pone, “quando e perché sono diventato così?”». Innanzitutto osserviamo finalmente una presa di coscienza: “etero si può diventare”, dice Lingiardi, mentre fino ad ora è sempre stato vietato sostenere che qualcuno potesse uscire dall’omosessualità e “diventare” eterosessuale. Quando gli andava bene veniva accusato di omofobia e subiva un linciaggio mediatico, accusato di mentire, di sostenere che i gay sono malati o di non essere mai stato omosessuale. Questo perché, sostengono ancora oggi molti militanti Lgbt, gay si può diventare in qualunque momento ma nessuno può (o deve) “passare” all’eterosessualità.
Si può leggere e rileggere l'articolo di Lingiardi, ma nessun passaggio pare sostenere che si possa diventare eterosessuali così come sostenuto dall'Uccr. Eppure vanno avanti imperterriti nell'affermare:
La seconda riflessione che vorremmo fare è che la domanda se si nasce o si diventa gay se la pongono effettivamente tutti, anche gli stessi omosessuali: non a caso lo stesso LeVay -omosessuale dichiarato- addirittura ha realizzato una ricerca scientifica per tentare di rispondervi. Non bisogna affatto stupirsi di questo, come invece fa Lingiardi: che la nostra corporeità, fin dalla nascita, indichi oggettivamente una predisposizione naturale all'incontro con un sesso diverso dal nostro, è sotto gli occhi di tutti. Siamo tutti naturalmente (cioè anatomicamente, geneticamente e fisiologicamente) orientati verso l’altro sesso, comprese le persone omosessuale, tant'è che esse -al di là dei loro comportamenti sessuali- abitano comunque un corpo orientato e finalizzato all'incontro con l'altro sesso, che continuerà sempre a funzionare fisiologicamente come un “corpo eterosessuale”. Il fatto che in loro vi sia una contraddizione tra orientamento fisiologico corporale e l’auto-percezione psicologica è da ritenersi un’eccezione (anche dal punto di vista meramente statistico) misteriosa. Lo stesso Catechismo cattolico afferma: «La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile».
Insomma, pare si sia citato un articolo per cercare di negare ciò che l'articolo stesso affermava, quasi a voler sfruttare il nome di un qualche personaggio pubblico al fine di legittimare le loro conclusioni populiste basate sul più mero pregiudizio. E tutto questo al solo fine di sostenere che l'omosessualità non sia naturale perché, dicono loro, se due persone hanno corpi simili allora devono necessariamente avere anche il medesimo desiderio sessuale. Pare una follia ma è quanto scritto nero su bianco sul loro sito:
L’uomo e la donna sono esseri complementari, cioè si completano a vicenda, sono orientati naturalmente ad incontrarsi ed unirsi, lo dice la struttura anatomica e fisiologica del corpo ma anche l’espressione caratteriale e genetica, come efficacemente spiegato da Platone con il paragone delle due metà della mela. La nostra natura è orientata verso la complementarietà sessuale e le persone con tendenza omosessuale non hanno una natura diversa dalla nostra. Hanno tendenze e comportamenti diversi, ma essi non costituiscono l’identità personale, la natura della persona. Chi ha una bella voce non ha una identità cantante, ma è una persona che canta; chi nasce con una malformazione fisica non ha una identità malformata, ma è una persona con una malformazione; chi nasce con una tendenza ad essere timido non ha un’identità o una natura timida, ma è una persona che sperimenta timidezza. Così, le persone omosessuali non hanno una natura omosessuale, dunque in contraddizione con il loro corpo e il loro orientamento naturale anatomico e fisiologico, ma semmai hanno tendenze e comportamenti omosessuali. La differenza è profonda.
Ormai lontani anni luce da ciò che loro hanno citato come fonte, concludono:
Questo ci porta a concludere che non c’è alcuna stranezza a domandarci da dove nasca l’omosessualità nelle persone, mentre sarebbe assurdo porci delle domande sulla genesi della nostra eterosessualità. Essa è iscritta nella profondità dell’uomo, nelle regole della natura (nell'evoluzione della specie, direbbero i biologi) tanto che basta osservare il nostro corpo (anche quello delle persone con tendenze omosessuali) e il suo funzionamento per capirlo. Un corpo che è inscindibile dal nostro vissuto psicologico, tanto che chiunque si aspetta una coerenza tra corpo e mente. Esistono evidentemente casi di incoerenza (o contraddizione) tra orientamento del corpo e sensazioni psicologiche, cioè in chi vive tendenze omosessuali, ma questo non significa affatto che queste persone abbiano una natura omosessuale. La quale resterà sempre orientata in coerenza con la proprio corporeità.
In realtà l'unica cosa che pare si sia dimostrata è come l'ignoranza e il pregiudizio siano difficili da combattere, soprattutto a fronte di chi è pronto a riscrivere le tesi altrui pur di alimentare i propri pregiudizi. Pare quasi inutile ricordare loro che l'omosessualità ha fatto parte dell'evoluzione al pari dell'eterosessualità (e la sua utilità pare confermata dal fatto che l'evoluzione non l'abbia cancellata), così come il loro ostinarsi a definire l'omosessualità una "tendenza" ha un qualcosa di patologico.
Ma davvero questa gente crede che i gay siano eterosessuali mancati che non hanno ben capito dove andasse inserito il pene?