I Cattodem vogliono sfruttare le unioni civili per modificare la legge 40: carcere a chi accede alla Gpa


Continua senza sosta la crociata dei Cattodem per il completo affossamento della legge Cirinnà. Dopo le minacce di voto e le strumentalizzazioni della Costituzione, la componente cattolica del Partito Democratico ha depositato un emendamento a firma del senatore Dalla Zuanna volto a chiedere il carcere per chi accede alla maternità surrogata.
Nel testo proposto si legge: «Chiunque, al fine di accedere allo stato di madre o di padre, fruisce della pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro. Chiunque organizza, favorisce o pubblicizza la pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro. Le presenti disposizioni, essendo la presente legge disposizione speciale ai sensi dell’articolo 7 comma 5 del Codice penale, si applicano anche quando il fatto è commesso all'estero da cittadino italiano.». Ed ancora: «Nel caso in cui venga accertato il ricorso a pratiche di surrogazione della maternità, la trascrizione è negata se non risulta provata la sussistenza del rapporto di filiazione biologica tra il nato e almeno uno dei genitori risultanti dall’atto di nascita ricevuto dall’estero. In quest’ultimo caso, il giudice trasmette gli atti al tribunale per i minorenni, che dichiara lo stato di adottabilità del minore ai sensi della legge n. 184 del 1983. Nei casi in cui sia invece provata la sussistenza del rapporto di filiazione biologica tra il nato e almeno uno dei genitori risultanti dall’atto di nascita ricevuto all’estero, il giudice, nell’esclusivo interesse del minore, può autorizzare la trascrizione dell’atto di nascita con l’indicazione del solo rapporto di filiazione biologica, ovvero applicare la legge n. 184 del 1983 qualora ricorrano le condizioni di cui all’articolo 8 comma 1».
Si introduce così la punibilità della maternità surrogata anche se fatta all'estero, giungendo a chieder che i figli siano strappati dai loro genitori e consegnati ad un istituto.

A peggiorare la situazione saranno anche gli 85 emendamenti presentati da Ap, così come una pregiudiziale di costituzionalità e di una richiesta di sospensiva di due mesi. E Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente Anci, si è fatto portatore di un'iniziativa idoelogica con cui si chiede ai sindaci di partecipare con la fascia tricolore al family day di Adinolfi, giusto a sottolineare come l'omofobia sia viva e ci siano personaggi che ne vorrebbero l'istituzionalizzazione come ai tempi delle leggi sulla razza introdotte dal fascismo.

Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, respinge senza mezzi termini la proposta di emendamento: «Una proposta indecente, irricevibile. Una legge che nasce con l'idea di riconoscere diritti non può tramutarsi in una legge penale che parla di carcere. In nessuna parte del mondo le leggi che riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso sono state associate a clausole penali di alcun tipo. Solo il fatto che qualcuno immagini nel nostro Paese questa eventualità dovrebbe farci vergognare. Se il senatore vuole intervenire sulle pratiche di procreazione assistita deve avere la trasparenza e l'onestà di depositare subito una proposta di modifica delle legge 40, perché è quella che norma queste pratiche. La riforma della legge 40, tra l'altro, era inclusa nel programma elettorale del partito che ha eletto il senatore, quindi non si capisce perché questo inasprimento debba essere scritto in una legge che parla delle persone omosessuali e delle loro famiglie. La stessa politica che da anni si disinteressa della gestazione per altri praticata in stragrande maggioranza da coppie eterosessuali, improvvisamente, nel normare i diritti delle persone lgbt, viene colta da questo scrupolo ipocrita, che in realtà mostra con evidenza la cultura omofoba che avvolge questo dibattito. Una libertà da sempre garantita alle coppie eterosessuali è diventata un problema solo quando si è aperto il dibattito sulle coppie dello stesso sesso. Diciamolo una volta per tutte: quel ddl non parla di gestazione per altri, non la autorizza né la incentiva. Chi vuole portare quel tema in questo dibattito è evidentemente in malafede».
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