Il Malawi non perseguiterà più le persone omosessuali
Quelle pressioni internazionali che infastidiscono l'integralismo cattolico spesso possono fare la differenza fra la vita e la morte per centinaia di migliaia di persone. È il caso del Malawi, dove il governo ha deciso di accogliere le richieste giunte dai governi occidentali ed ha annunciato che smetterà di arrestare e perseguire i cittadini omosessuali sulla base del loro orientamento sessuale. Inoltre i legislatori provvederanno a rivedere le leggi anti-gay esistenti.
Il tutto ha avuto inizio all'inizio dello scorso mese, quando due uomini sono stati arrestati da una squadra di sorveglianza. Dopo aver fatto irruzione nella loro casa ed averla saccheggiata, i vigilantes avrebbero provveduto ad arrestarli con l'accusa di sodomia e li hanno sottoposti ad esami medici per l'HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili (falsamente ritenute collegate all'orientamento sessuale).
Tale atto ha inevitabilmente suscitato le proteste della comunità internazionale ed ha spinto il governo a prendere la decisione di sbarazzarsi di leggi assurde e inadegiate.
Era dal 2009 che la legge non veniva applicata, quando una coppia gay venne imprigionata e condannata attraverso un processo che ebbe ampio risalto mediatico. Il defunto presidente Bingu wa Mutharika decise poi di graziare la coppia un anno dopo.
Ora, grazie al nuovo presidente e il ministro della Giustizia Samuel Tembenu, il Malawi ha ribadito il suo impegno assunto nel nel 2012, quando decide di sospendere l'applicazione delle leggi di epoca coloniale che andavano contro una garanzia costituzionale dei diritti umani.
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