Il Pd discute possibili modifiche per indebolire ulteriormente le unioni civili
La Repubblica è risultata l'alibi con cui Renzi ha nuovamente ridimensionato la proposta di legge sulle unioni civili. I presunti dubbi del Colle, ingiustificati e mai confermati, sarebbero bastati per decidere di calarsi le braghe dinnanzi alle richieste di Bagnasco. Il tutto con l'obiettivo di trasformare le unioni civili un sottoinsieme sempre più esiguo dei diritti garantiti a qualunque eterosessuale voglia contrarie matrimonio (indipendentemente dal fatto che abbiano figli o meno, privilegiando dunque alcune coppie sulla base del loro orientamento sessuale).
Se simili distinguo sono talmente ingiustificati da far presumere che saranno i tribunali a ritenerli illegittimi e meramente discriminatori, ancora una volta si si ritrova dinnanzi ad un bullismo del governo dinnanzi ad alcuni cittadini, resi vittima dalle bugie e dalle falsificazioni su cui si è basata la propaganda d'odio condotta dal'integralismo religioso.
Non paghi di aver proposto la reclusione dei gay in una offensiva definizione di «specifica formazione sociale», pare che ora il governo si stia apprestando a togliere altre parti della legge ancor prima del suo approdo in aula. Si parla di diminuire le tutele per i figli delle coppie gay e di stralciare una serie di riferimenti al codice civile. il tutto creando interpretazioni libere e diritti incerti per chiunque non sia coinvolto in una relazione eterosessuale.
Lo scopo dichiarato è il rendere le unioni civili un qualcosa di non equiparabile al matrimonio, ridefinendole come un istituto giuridico meno valido e più blando. Insomma, un ghetto in cui nicchiare quei gay che sono ritenuti immeritevoli di pari dignità perché non graditi a Bagnasco.
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