Italo finge di non aver capito il problema e presenta scuse poco sentite
È dalle pagine de Il Giornale che è partita la crociata a difesa di Italo e degli sconti riservati ai partecipanti del Family day.
Un articolo di Ivan Francese, dal titolo "Italo fece sconti anche ai gay che ora lo chiamano razzista", afferma: «Altro che discriminazioni. Nel 2014 Italo stipulò convenzioni con i partecipanti al Gay Pride, proprio come ha fatto ora con i manifestanti che sabato prossimo si recheranno al Family Day di Roma».
In realtà la notizia è inesatta: Italo non fece alcuno sconto ai partecipanti al Gay Pride (evento politico) ma solo a chi si recava al Padova Pride Village (evento ludico aperto a tutti). C'è dunque una certa differenza fra il promuovere una rivendicazione politica dal portare delle persone ad un evento. Nessuno si sarebbe lamentato se Italo avesse deciso di concedere sconti a chi si reca a Roma per il Giubileo, diverso è concederli a chi si reca nella capitale con l'unico scopo di rivendicare l'affossamento di una legge ben specifica che mira a danneggiare un gruppo sociale altrettanto specifico.
Inoltre come fonte si cita un articolo di Gay.it, ma solo dopo aver accuratamente sostenuto che si tratti di «un sito che di omofobia proprio non si può tacciare». Ed è su quelle pagine che viene pubblicata una strana lettera inviata ad un singolo utente per informalo dello sconto. Il motivo? Semplice, si trattava di un'offerta riservata ai soli utenti Italo Più, ai quali veniva accordato uno sconto del 10% a fronte del 30% che oggi viene offerto anche ai non clienti che si recheranno al Family day.
Ed è proprio cavalcando l'onda del «ho portato quei froci alla loro festa, mo' posso tranquillamente finanziare chi vuole calpestare i loro diritti» che Italo presenta le sue presunte scuse. Citando l'articolo di Gay.it, comunica:
Ciao a tutti,
oggi vogliamo scusarci con chi, nei giorni scorsi, si è sentito offeso o discriminato dal nostro operato e dalle nostre parole.
Abbiamo cercato di spiegare che dietro a un'iniziativa aziendale dettata da logiche puramente commerciali, non c'è in realtà alcuna presa di posizione: Italo offre una serie di convenzioni a chi le richiede, senza che questo implichi in alcun modo una scelta a favore del Family Day (nell'estate del 2014 abbiamo creato una convenzione chiamata PRIDE10 dedicata al Gay Village di Padova.
Al di là di tutto, è importante farvi sapere che abbiamo ascoltato le vostre voci di dissenso e che siamo profondamente dispiaciuti per avere urtato la vostra sensibilità su un argomento così importante e sentito: facendo tesoro dei nostri errori, continueremo a impegnarci per costruire un dialogo costruttivo, nel rispetto di tutti.
Il problem però non cambia. Possono aver fatto convezioni con i locali di mezza Italia o con le sagre di ogni singolo paesino sperduto nella penisola, ma la promozione di un evento politico significa necessariamente sposarne gli intenti. Di questo dovrebbe scusarsi Italo perché è questo che ha offeso la sua utenza. Se poi preferisce stare al gioco de Il Giornale e far finta che i gay siano cattivi perché volevano lo scoticino, continui pure a trasportare Gasparri che si è già offerto di diventare loro cliente.
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