Le follie di Tempi: «Il matrimonio non ha nulla a che fare con il sentimento»
Com'è noto, la rivista ciellina Tempi è in prima fila nel cercare di chiedere che a gay e lesbiche non sia riconosciuto alcun diritto alla vita. In passato sono stati in prima fila nel sostenere che i reati di stampo omofobo dovessero essere tutelati sotto a un presunta «libertà di espressione» ed ora sino in prima fila nel chiedere che il riconoscimento delle unioni resti un privilegio riservato ai solo eterosessuali.
L'arma della loro propaganda è sempre la stessa, ossia la paura. Vogliono spaventare la gente bigotta e far credere a loro che il riconoscimento dei diritti altrui toglierà loro qualcosa. Dicono che il ddl Cirinnò causerà la «disintegrazione del matrimonio». Sostengono che un istituto abbia senso solo se è precluso o agli altri.
Ovviamente simili tesi sono facilmente confutabili: in Spagna i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali da oltre un decennio e gli eterosessuali sposati non sono stati disintegrati. Le nascite restano stabili e neppure quelle hanno visto la flessione che, stando alla loro propaganda, dovrebbe portare all'estinzione del mondo. Insomma, il sostenere che i diritti siano tali solo se negati agli altri si rivela la solita bufala creata per nascondere quella che è semplice omofobia.
Incredibile, però, è come la rivista integralista si sia spinta sino a scrivere che:
Questo testo viene presentato come uno strumento necessario a garantire dei diritti ad una supposta categoria di persone discriminate per il loro orientamento sessuale. Basta il buon senso per capire che non è così. Il matrimonio in Italia è consentito a tutti, non è precluso a nessuno (purché maggiorenni e non già sposati chiaramente), ed è fondato sull’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna. Istituire un’unione tra due uomini o due donne ed equipararla al matrimonio non significa dunque estendere un diritto a chi non ce l’ha, significa invece ridefinire il matrimonio che, a questo punto, non sarebbe più fondato sulla complementarietà sessuale e la potenzialità generativa bensì su una “preferenza” sessuale o, come va di moda dire ultimamente, “sull’amore” inteso unicamente come sentimento ed emozione. Ma il matrimonio non ha nulla a che fare con il sentimento, la parola “amore” non si trova negli articoli del Codice Civile poiché la disciplina del matrimonio parla di diritti e di doveri fra marito e moglie e nei confronti dei figli, parla di obbligo reciproco alla fedeltà, di assistenza morale e materiale, di fissare l’indirizzo della vita famigliare. La nostra Costituzione ri-conosce la famiglia (ovvero prende atto che esiste da prima della Carta) come cellula primaria della società poiché la stessa è l’unica che può educare, in un nucleo stabile, cittadini capaci di contribuire al bene comune e di accogliere la diversità, all’interno di un’unione fondata sulla differenza sessuale. Il sentimento non ha nulla a che fare con la disciplina giuridica del matrimonio, da millenni fondato sulla complementarietà uomo donna: l’unica capace in potenza di generare.
Ecco dunque che il matrimonio non deve basarsi sui sentimenti ma su una mercificazione dei corpi a scopo riproduttivo. Dicono che si può sposare una persona anche se la si odia, basta che la si ingravidi. Suggeriscono addirittura che un gay dovrebbe sposare una donna e far nascere i figli in una famiglia in cui mamma e papà non si guardano neppure. L'importante è che ci sia un pene e una vagina, tutto il resto non conta.
È la definizione di matrimonio più triste e sterile che si sia mai vista, per di più attribuita ad una Costituzione che non dice certo le stupidaggini che loro affermano. Ma evidentemente il loro pubblico è gente che non ha l'istruzione necessaria per poter comprendere di essere presa in giro, motivo per cui si cita una cosa a caso e poi si inventa di sana pianta il significato che gli si vuole attribuire.
Se poi doivessimo prendere per buona la loro fantomatica teoria, non si spiega com'è possibile che il matrimonio non implichi un obbligo alla procreazione. Come si spiegano che le persone sterili o le coppie che non vogliono aver figli possano sposarsi? L'amore non conta, conta solo la procreazione... e quindi perché quelle unioni vengono riconosciute se l'unico scopo è il mettere incinta una donna?
In altre circostante hanno sostenuto che non è importante avere figli, ma avere una capacità riproduttiva. Peccato che anche quella tesi non regga, dato che un gay o una lesbica hanno capacità riproduttive maggiori a molti etero. Checché ne dicano, lo sperma dei gay funziona a dovere, così come l'utero di una lesbica.
Inoltre se il matrimonio è l'unico strumento che permette la procreazione, com'è possibile che nel mondo animale le varie specie si riproducano anche senza sposarsi? E come si spiegano tutte quelle persone che hanno figli al di fuori del matrimonio?
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