Unioni civili, slitta ancora il voto. Arcigay: «Incomprensibile»
«Abbiamo letto con grande sorpresa dell'ennesimo rinvio relativo al voto sulle unioni civili in Senato». È quanto dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. «Fino a ieri la data del 28 gennaio pareva una certezza granitica, oggi non lo è più e il riferimento che aleggia nelle ricostruzioni alla piazza reazionaria convocata sabato a Roma non fa bene al dibattito, anzi rischia di renderlo ancor più incandescente. Sabato scorso il Parlamento attraverso il grande successo della mobilitazione #SvegliatItalia ha raccolto la testimonianza palpabile di un Paese che non accetta ulteriori temporeggiamenti in tema di diritti. Bene hanno fatto voci autorevoli come quella della Presidente della Camera Laura Boldrini a raccogliere questo messaggio e a stimolare il Parlamento a dare seguito alla legittima richiesta di moltissimi cittadini e cittadine. Il Parlamento invece continua a prendere tempo e a cercare ulteriori mediazioni, in alcuni casi lesive della dignità delle persone che quella legge dovrebbe tutelare. Allora vogliamo ribadirlo chiaramente: il ddl Cirinnà è già una mediazione cercata per ampliare il consenso in un Parlamento che non riesce a mobilitarsi in maniera maggioritaria sull'uguaglianza ma che ha bisogno, per legiferare su questi temi, di concentrarsi su un istituto superato in molti Paesi e che non riesce a colmare del tutto la diseguaglianza. La cultura progressista in tutto il mondo ha prodotto l'estensione del matrimonio egualitario per le coppie di gay e lesbiche, perciò la legge in discussione nel nostro Paese non è certo una bandiera di quel pensiero. Semmai domina nel ddl il punto dei vista dei perplessi, che nei lunghi mesi in commissione hanno chiesto e ottenuto modifiche, perifrasi avvilenti e pelose puntualizzazioni. Questo tira e molla non può continuare: la legge va approvata senza indietreggiare di un passo rispetto a ciascuno degli aspetti che è chiamata a tutelare. Ci auguriamo che le piazze di sabato scorso abbiamo iniettato nei senatori e nelle senatrici di buonsenso la determinazione e la caparbietà di chi sa di combattere una battaglia giusta».
Ed è così che la discussione sulle unioni civili partirà solo dopo il Family day, assecondando le richieste della Lega che in cambio propone lo stralcio del 90% delle migliaia di emendamenti presentati. L'ennesima data comunicata è il 2 febbraio, anche se ormai pare difficile poter aver fiducia dinnanzi a ciò che pare destinato ad essere rimandato in eterno pur di compiacere l'integralismo cattolico e quanto desiderano che le altre persona abbiano meno diritti di loro.