Vuoi cacciare gay e lebiche dal tuo Paese? Per ProVita quella è una «posizione ragionevole»

Si ha sempre più l'impressione che l'unico scopo dell'associazione ProVita Onlus sia la legittimazione dell'omofobia e l'istigazione all'odio. Intenzionati ad impedire che persone con un diverso orientamento sessuale possano godere dei diritti e delle tutele di cui godono i loro redattori, il sito integralista sta pubblicando ogni sorta di articolo possa creare odio nei confronti della comunità lgbt. E poco pare importargli la verità o un'informazione che permetta ai lettori di potersi formare una corretta idea dell'argomento. L'importante è che temano i gay e che alimentino la violenza nei loro confronti (in alcuni casi si è giunti sino alla pubblicazione di bugie smentite pure dalla propaganda anti-gay di Radio Vaticana).

L'ennesima dimostrazione è un articolo dal titolo "Matrimonio gay – Il premier delle Fiji dice No. E rischia sanzioni" in cui si ispirano alla vicenda del premier delle Fiji (nella foto) che ha insultato ed invitato gay e lesbiche del suo Paese ad abbandonare l'isola qualora vogliono rivendicare i loro diritti contro il suo volere. Eppure, nella loro ricostruzione, i fatti diventano i seguenti:

Il “matrimonio” gay è spazzatura. Così si è espresso alcuni giorni fa il primo ministro delle Isole Fiji, Frank Bainimarama, criticando l’idea di legalizzare le nozze per omosessuali. Per aver espresso tale parere, ora rischia di vedersela con la giustizia.

Il punto di partenza è che l'insulto gratuito vada considerato un'opinione, quasi a voler invitare i propri seguaci a ritenersi legittimati ad usare qualunque insulto ritengano offensivo nei confronti di quelle persone a cui l'associazione ProVita pare voglia negare anche il semplice diritto all'esistenza.
Una situazione che già si vive sui social network, grazie a professionisti dell'odio che non risparmiano di riversare sul prossimo tutto il loro rancore verso la vita (tra qui anche qualcuno che riserva saluti fascisti a Bagnasco prima di etichettare come «pagliacciate sodomitiche» i matrimoni fra persone dello stesso sesso).

L'articolo passa così a puntare il dietro contro la comunità lgbt, definendo «dura e immediata la reazione della comunità gay» a fronte della richiesta di scuse dinnanzi a quelle parole. Ancora una volta si presenta un mondo all'incontrario in cui si legittima l'insulto e si condanna chi osa dirsi offeso anziché subire in silenzio.
Poi, giusto per rimarcare la loro posizione, si sostiene che una persona non possa appellarsi ad un giudice qualora ritenga di essere stata offesa. Dicono:

Ma le accuse più forti contro il Presidente del Consiglio sono arrivate dall’attivista omosessuale Aman-Ravindra Singh, avvocato, secondo cui Bainimarama avrebbe infranto la legge. Singh ha detto che il premier ha violato addirittura la Costituzione e per questo andrebbe sanzionato penalmente. In pratica, si tratterebbe di un incitamento all’odio che mette a repentaglio tutta la comunità gay delle Isole Fiji. E, stando a quanto dichiarato dall’avvocato, c’è chi tra gli Lgbt, sarebbe pronto a sporgere denuncia. Oltre a ciò, Singh ne ha approfittato per denunciare la discriminazione subita dagli omosessuali e per perorare la causa del matrimonio gay.

Ipocrita è come tali affermazioni vengano scritte da un'associazione che ha denunciato praticamente tutto e tutti. È stata dietro alle denunce verso i professori che avevano suggerito la lettura del romanzo della Mazzucco ai suoi studenti, a quelle verso le opinioni espresse da Oliviero Toscani, all'ordine degli Psicologi del Lazio per aver delegittimato la loro propaganda... e l'elenco potrebbe proseguire quasi all'infinito!

Il finale non poteva che essere la piena assoluzione del primo ministro da parte di un'associazione che sostiene di essere l'unica a detenere la verità assoluta e a poter decidere cosa sia lecito o meno. Ed è così che scrivono:

Da parte sua, il primo ministro ha respinto ogni accusa, e si è difeso ricordando che la Costituzione delle Fiji, relativamente all’uguaglianza di tutti i cittadini, non parla in alcun modo né di omosessualità, né di “matrimonio” gay.
Si sa, ormai basta davvero poco per venire incriminati e trascinati davanti ad un tribunale. È sufficiente una battuta o sostenere posizioni ragionevoli. La dittatura del pensiero Lgbt è sempre pronta a scovare e condannare.
Non fa però i conti con un aspetto: la realtà, il dato di natura. Questa proprio non riesce a piegarsi all’ideologia gay, perché finora –a quanto pare– tutti continuano a nascere da un uomo e da una donna…

Interessante è notare come l'intero articolo propagandistico sia volto solo a sostenere che la natura sia omofoba e che le sue regole debbano essere decise da loro. Peccato che in natura le unioni e le adozioni gay esistano, al contrario dell'omofobia che è presente in un'unica specie, quella umana.


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