Adinolfi vuole mettere in carcere Elton John


La stepchild adoption non ha nulla a che vedere con la maternità surrogata. Chi afferma il contrario sta mentendo. Tanto basterebbe a chiedersi perché mario Adinolfi non risulti ancora iscritto al registro degli indagati per falso ideologico volto ad istituzionalizzare una discriminazione incostituzionale nei confronti delle persone e delle famiglie gay.
Eppure è dalla sua pagina Facebook che il leader dell'integralismo anti-gay è tonato ancora una volta ad ostentare la sua violenza ideologica attraverso la minaccia di azioni legali contro chiunque osi proferire una sola parola che contrasti il suo pensiero. In particolar modo esige che ad Elton John sia messo un bavaglio, giusto per assicurarsi che gli sia negato il diritto di replicare alle gravissime accuse che lui gli ha rivolto nel decimo capitolo del suo libro (e in praticamente ogni suo comizio politico).
Non manca poi un passaggio in cui l'uomo decide di mentire agli italiani nel parlare di stepchild adoption e di maternità surrogata quasi fossero sinonimi, così come si spinge alla piena decontestualizzazione di fatti scollegati dal tema per cercare facili consensi. Il tutto giungendo sino a chiedere che che Carlo Conti lanci il suo slogan dal palco, giusto ad indicare che la sua idea di democrazia si basa sul ritenere che la sia ideologia debba essere imposta mentre le opinioni altrui devono essere censurate.

In un patetico messaggio, scrive:

Promemoria per Elton John e Nicole Kidman, ripassino per Carlo Conti: "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro"- Questo dice la legge italiana. Il femminismo internazionale ha firmato sette giorni fa la Carta di Parigi che chiede "in nome dell’uguale dignità di tutti gli esseri umani, che essi agiscano con fermezza per abolire questa pratica a livello internazionale, in particolare promuovendo la redazione, l’adozione e l’efficace messa in pratica di una convenzione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata". La Carta è stata firmata anche dalla rappresentante del governo italiano. A Sanremo Conti dica: i figli non si pagano.

Speriamo invece che Calo Conti preferisca dare un altro messaggio e che magari inviti Adinolfi a non mentire agli italiani. O, magari, ad avere sufficiente rispetto per i propri figli da non usarli come merce di propaganda ideologica portandoli sul palco di manifestazioni politiche atte a danneggiare altre persone.
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