Costanza Miriano pubblica un lettera che invita i gay a "curarsi" dalla loro omosessualità
Non ho la più pallida idea di chi sia Joseph Marlin ma nemmeno ho intenzione di perdere tempo a cercare informazioni inutili su un personaggio inutile. Quello che basta sapere è come Costanza Miriano l'abbia utilizzato per alimentare lo stigma sociale contro i gay e per cercare di convincere i bigotti che l'orientamento sessuale dei figli può essere deciso.
La leader del movimento anti-gay ha pubblicato una "lettera aperta agli omosessuali" che sostiene sia stata scritta da un tizio pronto a sostenere che l'omosessualità possa essere "curata". La modalità comunicativa utilizzata è quella tipica di tutto l'integralismo cattolico, con tanto dell'omosessualità che viene spacciata come «una scelta» tramite una bugia che serve a legittimare una crociata contro il diritto all'esistenza altrui.
Ed è così che il (presunto) tizio scrive:
Voglio parlare di come ti senti veramente. Come stai? Non a livello superficiale, davvero. Sei felice? È vero, puoi rispondermi che nessuno lo è, che la felicità non esiste. Ma stai camminando per cercarla in qualche modo? Probabilmente si, e il modo migliore che hai trovato dopo tante sofferenze è quello che, forse, stai vivendo ora: l’affermazione della tua identità omosessuale. Non voglio mettere in discussione le tue scelte, può darsi siano le più giuste per te, e che lì tu stia vivendo la tua completa felicità. Per me le cose sono andate un pò diversamente. Vorrei parlarti della mia esperienza, dirti ciò che ho vissuto.
Si parte così con la solita manfrina del tizio che dice di essere gay e che come gay ha fatto solo sesso perché l'amore è una prerogativa riservata ai soli eterosessuali. Dice che:
All’epoca non mi interessava la questione ci sono nato o diventato, né mi interessava andare troppo a fondo alla questione del perché fossi così. Pensavo non fosse utile. Sapevo solo di essere così. Non c’era possibilità né volontà di cambiamento, dovevo cominciare a conviverci. Cominciai i miei primi incontri, quindi, molto precocemente. Per lo più con uomini conosciuti in chat, più grandi di me. Una volta capito chi ero, cercavo un modo per adattarmi e cominciare a sperimentarmi, insomma. Mi ricordo che in quel periodo, sempre alle medie, feci qualche incontro con uno psicologo dello sportello di ascolto nella scuola. Tutto il suo lavoro fu di mostrarmi come non ci fosse alcun problema nell’omosessualità, che dovevo accettarmi e smettere di soffrire per colpa della società omofoba.
Il racconto continua con la solita lagna su quanto si sentisse diverso e incompreso, sempre sottolineando che da parte sua non poteva esserci alcun sentimento che non fosse il sesso. In fondo l'integralismo cattolico sostiene che i gay non sappiamo amare e pertanto bisogna assecondare quella ideologia e negare posa esistere sentimento nei rapporti altrui: quello che un eterosessuale prova per le olgettine o per le orgie sfrenate è vero amore, mica il sentimento che unisce due ragazzi che si amano da una vita in totale fedeltà (perché la fedeltà tra gay esiste, checche ne dica la Miriano dall'alto del suo profondo odio e disprezzo verso il creato). La lettera prosegue così nell'asserire:
L’abbandono. Perché non andavo bene? Perché io no e gli altri si? Come si faceva ad essere uno di loro? Sentivo come se loro mi disprezzassero, non mi ritenessero degno di essere uno di loro, ma io desideravo cosi ardentemente la loro virilità. Spesso fantasticavo sessualmente su diversi da loro.Poi cominciò a emergere l’angoscia, dormivo male, pensavo continuamente a loro, a lui, il ragazzo di cui mi ero invaghito. Ci pensavo, ma mentre eravamo a scuola avevo una terribile paura che mi impediva il rapporto. Fuggivo. Li respingevo. Li desideravo come non mai. Cominciai a stare malissimo durante le ore di scuola, la sera facevo fatica ad addormentarmi. Ero distante da loro. Volevo essere vicino. Non sapevo farlo. Mi rifugiavo nelle mie fantasie.
Guarda a caso, sulla strada di Emmaus gli è apparso il solito psicologo che sarebbe stato capace di "curalo" attraverso pratiche vietate dall'ordine degli psicologi perché inutili e spesso causa di autolesionismo e suicidi. Ma caso vuole che sulla stampa integralista quelle miracolose "cure" delle caratteristiche naturali altrui funzionino sempre:
Finì tutto nello studio di uno psicologo. E da lì cominciò a venir fuori il mondo sommerso che avevo dentro. Uscirono fuori tante dinamiche all’interno della mia famiglia di cui ero ed ero stato vittima: una madre triste, ipercritica nei confronti del marito, un padre lontano emotivamente ma allo stesso tempo molto presente in forma autoritaria. Avevo una fottuta paura di lui. Era così lontano, così imperturbabile. Almeno ai miei occhi. Cominciò ad essere chiaro il distacco difensivo che avevo messo in atto nei suoi confronti e poi in generale con il mondo degli uomini.Cominciò ad essere chiaro l’attaccamento morboso di una madre di cui credevo di dover curare l’infelicità.
Una volta data al padre la colpa del suo orientamento sessuale, il ragazzo si dice miracolosamente "guarito" dalla sua omosessualità:
Poi un ricordo, come fosse ieri, durante la gita di fine anno. Eravamo tutti lì. I ragazzi. C’ero io, il ragazzo di cui mi ero invaghito un paio di anni prima e gli altri. Ridevamo, scherzavamo. Le ragazze con cui ero abituato a stare poco più in là. Non so come spiegarti. Forse stavo ricevendo i frutti di tutta quella fatica verso la ricerca della mia identità. A un certo punto io ero uno di loro, semplicemente. Non ero più attratto da loro. Non ne avevo bisogno. Ero lì con loro. Non avevo più paura. Ero nel posto che mi era sempre spettato e che avevo sempre desiderato: il mondo degli uomini. Nei tempi che seguirono mi accorsi con sempre più chiarezza che più stavo in quel posto più le attrazioni diminuivano.
E naturalmente nel suo racconto la "guarigione" miracolosa si è anche concretizzata con il cambio dell'orientamento sessuale. Il tutto facendo passare il messaggio che un genitore bigotto deve spedire il figlio in quelle cliniche cristiane che intendono modificarlo in modo che possa diventare così come i genitori avevano deciso dovesse essere. Il tutto senza mai notare che quell'atteggiamento ha spinto al suicidio migliaia e migliaia di adolescenti, uccisi dalle loro stesse famiglie e dal fanatismo religioso.
Il tutto con l'aggravante di voler far credere che a scrivere quelle cose sia stato un ex-gay desideroso di aiutare gli altri a diventare come le Sentinelle in piedi vogliono che siano, quasi non si stesse parlando di violenze e torture ai danni di minori.
Come fonte della notizia, la Miriano linka un blog vuoto che contiene un unico post (ossia la presunta lettera), curiosamente ripubblicata solo pochi giorni dopo la sua scrittura. Un fatto curioso dato che in poche ore la Miriano avrebbe trovato quei contenuti, ne avrebbe verificato al validità e l'avrebbe riproposto ai seguaci della sua setta.
Ma nonostante l'inattendibilità di quelle parole, fra i commenti sono tutti lì pronti a prendere per oro colato le menzogne che si raccontano. «Mi fa rabbia che tanti cattolici, magari in buona fede, dicano che omosessuali si nasce e non se ne può uscire», dice una tizia. C'è chi spergiura di aver conosciuto un gay e di essersi fatta rivelare che lui «non conosceva nessun omosessuale fedele, mi parlò, con estrema onestà dei locali per gay e di quello che vi accade e dove andava anche lui come in preda ad un impulso irrefrenabile».
Un altro dice che essere gay significa «scambiare una propria “tendenza”, che può essere anche disordinata, negativa, per il proprio essere». Insomma, è gente che passa il suo tempo a inventarsi teorie e a scambiarsele con l'unico intendo di diffamare e insultare i gay. Vogliono che la gente provi odio nei loro confronti, con la generale Miriano che li guida lungo il cammino del male e della disinformazione.