Il M5S fa retromarcia. A rischio la legge sulle unioni civili
Anche i senatori del M5S avranno libertà di voto per decidere se i figli dei gay dovranno avere le stesse tutele di tutti gli altri o se dovranno essere considerati cittadini di serie b perché i loro genitori non piacciono ai vescovi. Lo annuncia Beppe Grillo dal suo blog, sostenendo che «nel disegno di legge è prevista la stepchild adoption, letteralmente adozione del figliastro, per le coppie omosessuali» e che quel punto non fosse incluso nella votazione online che si è svolta a ottobre 2014.
Motivo per cui Grillo ha concluso: «In seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce M5S su questo tema etico, si lascia pertanto libertà di coscienza ai portavoce M5S al Senato sulle votazioni agli emendamenti della legge Cirinnà e alla legge nel suo complesso anche se modificata dagli emendamenti».
L'affermazione è stata prontamente contestata dalla rete dato che la domanda posta era la seguente: «Sei favorevole all'introduzione nel nostro ordinamento giuridico delle unioni civilitra persone dello stesso sesso (diritti e doveri della coppia equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilità di adottare figli estranei alla copia)?».
Tra le prime reazioni c'è l'esultanza di Alfano che, attraverso Twitter, ha commentato: «Su Cirinnà Grillo non assicura più i voti M5S. Si riapre la partita. Potrebbe saltare l’intera legge. Bene, scenario molto interessante».
Ecco quindi che l'intera legge pare ormai in bilico, ridiscussa per compiacere le lobby vescovili e per preferire il ritorno elettorale alla giustizia civile nel nome della disinformazione e delle bugie che l'integralismo cattolico ha sparso indisturbato. Ed è così che sembra sempre più impossibile poter vivere in un'Italia che maltratta i propri cittadini nel nome del volere clericale, sino a sancire che le famiglie di Brandi e di Adinolfi vagono più di altre. Con buona pace per la Costituzione e per la dignità di chi probabilmente dovrà morire senza diritti dopo aver lavorato una vita per garantire privilegi ai propri aguzzini.
«Questo dietrofront è un'inspiegabile sponda che Beppe Grillo offre ad Alfano -commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay- Ci rivolgiamo ai senatori e alle senatrici pentastellati - prosegue Piazzoni - perché recuperino la compattezza che serve affinché questo Parlamento approvi una prima moderatissima legge che riconosca le famiglie formate da gay e lesbiche. Ogni tentennamento indebolisce la tenuta del testo e soffia nelle vele di chi, come il ministro Alfano, mira al naufragio di questa iniziativa di legge. Stiamo parlando di diritti e se c'è qualcosa di eticamente rilevante in questa discussione è la diseguaglianza che da sempre interessa un pezzo di popolazione, bambini inclusi. Su questo andrebbero interpellate le coscienze e non lasciate libere di assopirsi e di lasciare spazio ad altri ragionamenti o calcoli».