Il Ministero della Salute russo vuole "curare" l'omosessualità
Il Ministero della Salute russo ha proposto delle nuove linee guida che prevedono l'istituzione di strutture per il trattamento di persone con «disturbi dell'identità di genere», «disturbi della preferenza sessuale» e pedofili. Come sempre quest'ultima categoria viene accostata a gay e transessuali giusto per farle percepire come accomunate ad essa (così come troppo spesso anche l'integralismo cattolico è solito fare anche da noi).
Le raccomandazioni fanno parte di un pacchetto di emendamenti che governano ha emanato per la cura di «disturbi mentali e comportamentali». Il testo è già disponibile sul sito del Ministero ed entrerà in vigore se riscuoterà un parere positivo da parte della cittadinanza.
Il progetto prevede l'allestimento di studi di sessuologia in tutti gli ospedali psichiatrici e cliniche di cure primarie. E qui dovrebbero essere trattati «i pazienti con condizioni cliniche relative a problemi di identificazione di genere, disarmonie sessuali e deviazioni sessuali». Il consiglio sostiene che sarà anche possibile diagnosticare e trattare le «deviazioni sessuali dei bambini e dei giovani», così come sarà previsto anche il trattamento forzato di eventuali persone segnalate dai tribunali.
I regolamenti specificano che le strutture di sessuologia devono essere dotati di «almeno un dildo», anche se non è chiaro il perché di quella richiesta.
Il progetto di legge è stato pubblicato lo scorso 19 febbraio, ossia lo stesso giorno in cui la Duma ha respinto una proposta di legge che avrebbe criminalizzato il coming out. Le raccomandazioni giungono anche in un momento in cui i critici del Cremlino temono il ritorno al trattamento psichiatrico forzato, un metodo già utilizzato contro i dissidenti durante l'era sovietica.