Il Post sbugiarda Adinolfi: «La stepchild adoption esiste già e non c'è alcun dilagare di uteri in affitto»
Finalmente anche i giornali generalisti hanno deciso di iniziare a denunciare la grande bufala con cui l'integralismo cattolico spera di riuscire a legittimare una discriminazione di stato basata su un falso ideologico. È Il Post ad aver pubblicato un articolo dal titolo "La stepchild adoption esiste già", nel quale spiega che «per le coppie eterosessuali da oltre trent'anni, sposate e non, ma di fatto l'attuale legge sulle adozioni la consente già anche per le coppie gay: e infatti è successo».
L'articolo si addentra poi nello sfatare i falsi slogan su cui l'integralismo cattolico ha lanciato il suo Family day, evidenziando come gli scenaari illustrati non abbiano alcuna adernza con la realtà. Spiegano:
In queste ultime settimane si è discusso molto della possibilità proposta dal ddl Cirinnà sulle unioni civili di estendere l’accesso alla cosiddetta stepchild adoption – letteralmente “adozione del figliastro” – alle coppie omosessuali. Questo istituto permette che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del suo partner. In Italia, di fatto, la stepchild adoption è prevista dall’attuale legge sulle adozioni del 1983 per i coniugi. Ma la cosa ulteriormente singolare è che di fatto permette già la stepchild adoption per le coppie gay, sebbene con un percorso più complesso e tortuoso di quanto sarebbe con la legge Cirinnà. Il fatto che questo istituto esista da oltre trent’anni fa dire a chi difende la legge che è surreale che diventi improvvisamente un problema adesso; chi si oppone alla legge dice invece che la sua approvazione farebbe “dilagare” il ricorso alla gestazione per altri (la cosiddetta “maternità surrogata”). La gestazione per altri però non ha a che fare con la legge Cirinnà, in Italia è illegale e resterebbe tale: storicamente ne usufruiscono – all’estero – in grandissima parte le coppie eterosessuali e negli ultimi trent’anni non ne è mai stato avvertito alcun “dilagare”.
Si entra poi nel dettaglio delle singole cause e si motiva come l'adozione sia sempre compiuta nel supremo interesse del minore. In altre parole, si sbugiarda un comitato che ssfrutta il nome di «difendiamo i nostri figli» per cercare di danneggiare dei minori nel nome del più bieco pregiudizio.
L'attenta analisi conslude con una semplice considerazione: l'approvazione della stepchild adoption non cambierebbe nulla ma «la differenza è che la legge Cirinnà renderebbe il processo più semplice e rapido».