Il Senato torna ad aprire le sue porte all'omofobia organizzata

È il senatore Carlo Giovanardi ad aver nuovamente aperto le porte del Senato all'omofobia organizzata, dando vita all'ennesima conferenza stampa volta a chiedere che gay e lesbiche siano privati da qualunque diritto civile.
Ed è così che la sala intitolata ai Caduti di Nassirya è stata nuovamente teatro dell'ennesimo teatrino dell'odio, in cui volti noti dell'integralismo cattolico hanno ribadito la necessità di impedire che altre persone possano godere dei loro stessi diritti. Tra loro anche Mario Adinolfi, Costanza Miriano, Simone Pillon, Massimo e Gianfranco Amato... insomma, tutti quelli che hanno fatto dell'odio il loro mestiere. All'appello pareva mancare solo Toni Brandi, ma nei giorni scorsi era stato il senatore Malan ad utilizzare i medesimi spazi per dare voce alla sua propaganda a senso unico contro la comunità lgbt.
Quanto emerso in conferenza stampa è il solito ritornello: gli integralisti si dicono soddisfatti nell'essere riusciti a privare i figli delle famiglie omogenitoriali da qualunque tutela giuridica, ma ora vogliono di più. Chiedono il totale ritiro della legge in modo da garantire condizioni in cui lo stigma sociale e l'omofobia possano dilagare indisturbati (lo ha ben spiegato la Miriano, sottolineando come la sua azione sia volta proprio ad impedire un percezione non negativa verso qualunque orientamento sessuale sua diverso dall'eterosessualità).
Gandolfini ha anche lanciato le sue solite minacce ai senatori che dovessero avere idee diverse dalle sue, sostenendo che «denunceremo pubblicamente il loro tradimento e siamo pronti a ricordarcelo in occasione delle prossime consultazioni elettorali». L'uomo si è poi scagliato contro il servizio pubblico, sostenendo che fornisca «un'informazione faziosa e totalmente ideologica a favore del Ddl Cirinnà». In conclusione ha poi difeso l'ingerenza con cui Bagnasco ha tentato di dettare legge sul funzionamenti procedurali del Senato, sostenendo che quella fosse soltanto un lecito «intervento pastorale».

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