La Costituzione secondo Giovanardi
Avrò scritto almeno cinquanta articoli per spiegare al senatore Giovanardi che la Corte Costituzionale non ha mai detto che il matrimonio è riservato esclusivamente ad un uomo e una donna. In quella sentenza si afferma semplicisticamente che tale distinguo è incluso nel codice civile ed è compito del Governo decidere se modificare quella norma attraverso una legge ordinaria o creare un nuovo istituto giuridico equivalente al matrimonio che garantisca pari diritti anche alle coppie gay.
Eppure, come un disco rotto, il senatore continua a ripetere una sua storiella riguardo alla Costituzione, sperando che la ripetine renda vera una bugia. Ed è qui che entra in gioco l'integralismo cattolico, così accondiscendente verso chiunque predici odio versi i gay da essere disposti ad infrangere l'ottavo comandamento e a rilanciare quella falsità.
C'è da provare schifo per un Paese in cui la discussione on si basa sui fatti ma su strumentalizzazioni ideologiche volte a danneggiare parte della popolazione sulla base di pregiudizi personali, eppure questa è l'Italia di Gionavardi e dell'integralismo cattolico. Uno schifo che ti fa venir voglia di abbandonare l'Italia e di lasciare che il Paese muoia nella sua inettitudine politica.
Fatto sta che nella versione propagandistica della realtà, l'associazione ProVita scrive: «C’è forse ancora qualcuno che crede che il vero fine del ddl Cirinnà sia l’istituzione delle unioni civili per la tutela dei diritti di tutte le persone e l’annullamento delle (presunte) discriminazioni a svantaggio delle persone con tendenze omosessuali? Se così fosse, ecco l’ennesima conferma che il Ddl Cirinnà non ha altro fine se non quello di legalizzare il matrimonio gay»
Al di là che i gay sono gay e non sono certo «persone con tendenze omosessuali» com'è solito dire chi intende offendere e insinuare pregiudizio fra i lettori, sarebbe bello che il ddl Cirinnò fosse davvero un matrimonio. Ma non lo è, dato che non si avranno le tutele Costituzionali previste dall'articolo 29 della Costituzione, così come l'istruzione di un nuovo istituto favorirà eventuali distinguo futuri che potranno danneggiare una parte. E dato che si sta combattendo contro chi si oppone al matrimonio, in caso di vittoria sarebbe bello ottenere ciò per cui ci si è battuti. Ma non sarà così.
Tornando alla propaganda di ProVita, l'associazione integralista presenta l'opinione personale di Giovanardi come un dogma rivelato da Dio in persona. Il senatore afferma che «l’emendamento ‘canguro’ dei senatori del Pd Marcucci e Cantini, conferma clamorosamente che hanno scritto ‘unioni civili’ ma in realtà si legge ‘matrimonio’, perché prevede l’applicazione delle disposizioni del codice civile in materia di regime patrimoniale della famiglia e in materia di alimenti, che ad ognuna delle parti si applichino le disposizioni che ovunque nel codice e nei regolamenti si riferiscono al matrimonio e quelle contenenti le parole coniuge, coniugi o termini equivalenti, la normativa del codice civile in materia di diritti successori relativi alla famiglia, l’adozione del figlio minore anche adottivo dell’altra parte dell’unione, la vigente normativa in materia di scioglimento del matrimonio e divorzio».
Poi, ricorrendo alla solita bugia, aggiunge: Siamo platealmente e arrogantemente al di fuori da quanto stabilito dall’articolo 29 della Costituzione e dalle sentenze della Corte Costituzionale, che hanno più volte sottolineato che a Costituzione vigente il matrimonio può essere esclusivamente fra un uomo e una donna: speriamo che anche il presidente del Senato si accorga di questa clamorosa anomalia e non faccia finta di non vedere che questo emendamento e il disegno di legge Cirinnà in realtà trattano direttamente la materia matrimoniale degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione».
Insomma, l'importante è che i gay valgano meno di qualunque altro cittadino e che la Costituzione privilegi le due famiglie di Adinolfi all'unica famiglia di una coppia di persone per bene che non necessitano di denigrare gli altri per sentirsi famiglia.