L'ospite di Brandi e Malan è favorevole al matrimonio egualitario, ma nessuno lo dice
«Se sei una madre surrogata che ora si oppone alla maternità surrogata, ha rimpianti, e parla contro di essa? Vuoi un viaggio, tutto pagato a Roma, in Italia? Hanno bisogno di qualcuno pronta a testimoniare nel loro senato alla fine di questo mese»
È questo l'annuncio pubblicato su Facebook dall'attivista statunitense Jennifer Lahl, poi raccolto da Elisa Anne Gomez, ossia dall'ospite che l'associazione ProVita ha portato ad una conferenza organizzata dal senatore Lucio Malan di Forza Italia. per tentare di sostenere la necessità di affossare il dddl sulle unioni civili. Ed è così che, mentre la Miriano sosteneva che non ci fossero i soldi necessari a pagare le strutture, quel comitato aveva i soldi per pagare un viaggio in Italia a due attiviste, fornendo addirittura un'indennità per le spese accessorie.
La Gomez si è offerta come candidata perfetta, sostenendo che fisicamente sarebbe potuta sembrare italiana per poter attirare maggiorente l'empatia degli ascoltatori e che, in quanto artista, il bel paese sarebbe stato un ottimo posto in cui andare a raccontarsi. Pochi giorni dopo l'abbiamo ritrovata in Senato seduta in mezzo a Toni Brandi e Francesca Romana Poleggi (entrambi dell'associazione ProVita) come un oggetto da sfruttare per rilanciare le teorie del loro giornale in una chiava di attacco alla pari dignità dei diversi orientamenti sessuali.
Ci siamo già occupati di come sia difficile trovare un nesso tra la storia raccontata dalla donna e la legge attualmente in discussione in Senato, dato che lei potrà anche essere contraria alla maternità surrogata, ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con i gay, con la stepchild adoption o con le unioni civili. A mettere in relazione le due cose ci hanno poi provato tre articoli usciti su Notizie ProVita, Il Secolo d'Italia e Il Giornale (dove l'articolo è stato firmato dall'esponente di Forza Nuova Alessandra Benignetti).
A scoprire nuovi dettagli della vicenda è stato l'ottimo Playing the gender card, il quale ha anche provveduto a contattare la donna per ascoltare la sua versione.
Ed è così che la Gomez ha raccontato che tanti suoi amici sono omosessuali e trans, pertanto ha fatto e fa parte indirettamente della comunità lgbti da eterosessuale, che non ha alcun problema a riguardo, essendo lei un'artista e dunque avendo chiare le sensibilità di tutti e di tutte. Nel 2012 votò a sostegno dei matrimoni per tutti e per tutte in Minnesota, sostenendo che lei creda fermamente nel matrimonio egualitario.
In altre parole, appare la testimonianza di come un'attivista contraria alla gestazione per altri possa essere favorevole al matrimonio egualitario, sbugiardando tutti quei gruppi integralisti che da mesi cercando di accomunare le due cose. Inoltre la Gomez si dice contraria alla gestazione per altri senza alcuna distinzione di sesso né di orientamento sessuale, mentre il FamilyDay o ProVita tendono ad accomunarla ai gay quasi non si fosse a conoscenza che ad accedervi sono soprattutto coppie eterosessuali (che da più di trent'anni godono anche della stepchild adoption a tutela dei loro figli).
Dinnanzi alla modalità con cui i giornali di destra hanno rilanciato le sue dichiarazioni, la Gomez dice di non capire perché non abbiano riportato il passaggio in cui si diecva favorevole al matrimonio egualitario, così come non ha capito perché i genitori della bambina siano stati dipinti come dei depravati ubriaconi: «I due non sono alcolizzati –ha detto– ma erano ubriachi solo quella volta che chiamai la polizia perché non si prendevano cura di mia figlia».
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