ProVita dichiara guerra al mondo. All'indice Jovanotti, Ferro, Mannoia, Fedez, Scialpi, Mika e D'Urso
Se il mondo intero la pensa diversamente da te, è perché il mondo intero è fatto da deficienti e tu sei l'unico ad aver ragione. È più o meno quanto sostiene l'associazione ProVita in un nuovo articolo propagandistico in cui cerca di sostenere che chiunque è ritenbiuto colpevole di dissentire dal pensiero unico integralista. Il tutto, peraltro, ricorrendo a sterili slogan quasi li si volesse spacciare per argomentazioni.
Si parte con l'asserire che «il successo del Family day è indiscutibile per chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale» e che il mondo non l abbia notato a causa di gente cattiva dato che «stiamo parlando di una qualità davvero difficile (se non impossibile) da trovare nei media, in politica, nell'associazionismo lgbt e tra i vip».
Precisato come siano tutti deficienti tranne loro, aggiungono che la «gioiosa macchina da guerra gay e gay-friendly» stia «temendo che la piazza del Circo Massimo possa finalmente far comprendere ai palazzi del potere e agli italiani la tragedia cui si andrebbe incontro nel caso in cui fosse approvato il ddl Cirinnà». Lo stanno temendo così tanto che da giorni c'è un intasamento di immagini e i commenti provenienti da quell'evento, ossia il miglior materiale possibile che si possa mostrare al grande pubblico per dimostrare quali siano le reali ideologie che stanno dietro a quel movimento.
L'articolo passa così a cercare di screditare chiunque non concordi con loro. Ad un Lorenzo Jovanotti che spiega come le unioni gay non tolgano niente a nessuno, loro rispondono che «Equiparare le unioni gay al matrimonio è una palese ingiustizia, perché non si possono trattare in modo uguale situazioni differenti. Oltretutto, due omosessuali conviventi godono già di tutti i diritti individuali previsti per chiunque, salvo adozione e pensione di reversibilità. Ma questo, per l’appunto, è una questione di giustizia. Se tutto è famiglia, poi, niente più lo sarà. Inoltre, dovresti sapere che con la stepchild adoption si avalla la pratica barbara dell’utero in affitto, con la quale si schiavizzano le donne e soprattutto si privano i bambini del diritto umano fondamentale a conoscere i propri genitori e a crescere con un papà e una mamma. Il ddl Cirinnà, quindi, toglie diritti. Non li aumenta».
In che modo si avvallerebbe una pratica a cui ricorrono principalmente eterosessuali (che dal 1982 godono della stepchild adoption) non è chiaro, ancor più se si considera come a garantire l'anonimato della madre biologica sia soprattutto la loro amata Russia (che di certo non accoglie coppie gay).
A Tiziano Ferro dicono che «i sentimenti privati non dovrebbero riguardare la sfera pubblica. E peccato per quei bambini che, in nome dell’amore, vengono privati della mamma o del papà siano trattati come merci». Spiegano poi come Emma Marrone e Roberto Saviano «pretendono di pontificare su tutto, anche quando non ne ha proprio i titoli». A dirlo è un'associazione guidata da un imprenditore che collabora con un avvocato per stabilire cosa sia sia meglio che i figli altrui, quasi come se ai corsi di economia o di giurisprudenza ci si occupasse di pedagogia.
A Fiorella Mannoia, Fedez e Scialpi contestano invece commenti sulle cifre false diffuse dall'organizzazione, sostenendo che abbiano preso «a pretesto foto scattate quando la manifestazione non era nemmeno lontanamente iniziata». In realtà è curioso che nelle immagini di ampie aree vuote si senta sullo sfondo la voce di Gandolfini che parla dal palco ma, evidentemente, deve aver iniziato il suo comizio ore prima.
Attacchi vengono rivolti anche a Mika e alla sua presa di posizione dinnanzi all'illuminazione del Pirellone con scritte inneggianti al Family dai. A lui dicono: «Il cantante dimentica però che in numerose occasioni, nel recente passato, è andato di moda colorare di arcobaleno tantissimi palazzi del potere, in Italia e nel mondo intero… Due pesi e due misure?».
Il tutto, ovviamente, dimenticando che Obama non ha colorato la Casa bianca prima della pronuncia della corte Costituzionale mentre Maroni ha utilizzato strutture pubbliche per promuovere un evento politico che ancora doveva svolgersi. E questo senza dimenticarsi che un conto è festeggiare per dei diritti conquistati, un altro è inneggiare alla privazione dei diritti di minoranze poco gradite.
Forse ormai a corto di slogan da sfruttare, a Barbara d'Urso l'associazione integralista riserva solo qualche insulto personale nel sostenere che «è grazie alle “magnifiche sorti e progressive” che certa gente guadagna un sacco di soldi per dire banalità e sciocchezze davanti ad una telecamera. Ovvio che non si voglia tornare indietro, quando il buon costume e la ragione dominavano ancora».
E dopo questa lunga serie id insulti gratuiti, l'associazione conclude con l'affermare: «Consoliamoci. Se in tanti attaccano il Family day è perché hanno paura. È perché, nonostante la propaganda asfissiante, siamo stati incisivi e lo saremo ancor di più. Al Circo Massimo c’erano tanti giovani, tanti bambini, tante famiglie. Ci saranno battaglie e sacrifici, ma il futuro è nostro».
In realtà c'è poco da aver paura, perché basta anche solo mostrare l'immagine in apertura per testimoniare come un manipolo di persone abbia preso dei bambini innocenti e sorridenti per mettere nelle loro mani dei messaggi di odio. Basta anche solo quella semplice immagine per screditare l'intero evento, inaccettabile per chi dice di voler "difendere" i propri figli ma poi li usa per cercare di danneggiare i figli altrui.
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