Secondo Il Giornale, Dio è una proprietà di Adinolfi e Gandolfini
«L'urlo della piazza del Circo Massimo non era contro le adozioni. Ma contro le adozioni gay». È quanto scrive Il Giornale dopo aver accusato di blasfemia la senatrice Mussini. Dicono che «i cattolici italiani si sono riuniti» al Family Day, quasi come se Adinolfi e Gandolfini rappresentassero davvero i cattolici e non un'alta estremista. Ed è partendo da quella tesi che sostengono che l'intervento della senatrice ha fatto «infuriare i cattolici», naturalmente dopo aver sostenuto che in aula si stesse parlando di «di utero in affitto, adozioni gay e stepchild adoption».
Ma cos'ha detto la senatrice? Nulla di particolare, solo che: «Fuori da questa aula in molti portano in giro una forma di cattolicesimo che però non considera il fatto che Gesù bambino stesso ha goduto di un Padre che non era il suo padre naturale. E non credo che questo sia mai stato concepito dal dettato del Vangelo come elemento di diminuzione della possibilità di questo bambino che per 30 anni è cresciuto con la consapevolezza di avere un padre che non era il suo padre naturale».
Ma quello che era una chiara accusa per l'ipocrisia di certi cattolici, pronti a giudicare il prossimo senza voler essere giudicati, è divenuto fonde di strumentalizzazione da parte di un quotidiano che sta dedicando ogni suo sforzo alla denigrazione delle famiglie che non siano basate sulla più stretta eterosessualità dei coniugi. Ed è così che si vieta a qualsiasi altra persone di poter professare la propria libertà religiosa, asserendo che Dio è ormai un oggetto dell propagandata politica di Adinolfi e Gandolfini e quindi è di loro esclusiva proprietà. A loro deve essere concesso bestemmiare nel suo nome, gli altri non lo devono neppure poter citare.
Quindi va bene usare santi e rosari per creare odio e discriminazione, ma non è accettabile che si parli di Dio quando si parla di giustizia ed uguaglianza.