Il Comune di Tolentino patrocina la campagna elettorale di Amato
Gianfranco Amato deve la sua carriera mediatica al suo essersi dichiarato «fieramente omofobo» sulle pagine de Il Giornale. In realtà, a livello di lobby internazionali, il suo nome ha iniziato a circolare quando andò in Europa a difendere l'abitudine tutta italiana di imporre crocefissi ed altri simboli religiosi in ambienti laici come scuole ed uffici comunali.
Con il tempo, sono numerosi enti statali (pressoché sempre riconducibili alla Lega o ad altri partiti della destra) che hanno patrocinato i suoi convegni di disinformazione. se si odiavano i gay, allora si chiamava lui per sostenere che fosse giusto adattatore politiche violente che legittimassero la violenza di genere e il bullismo omofobico. Questa vergogna si ripeterà anche lunedì 14 marzo a Tolentino, dove a patrocinare la disinformazione sarà il sindaco Giuseppe Pezzanesi.
Nel frattempo, però, Amato ha fondato un patito politico ed insieme ad Adinolfi cercherà di sfruttare l'isteria che lui stesso ha creato con le sue decontestualizzazioni. Chiunque odi gay e lebiche potrà votare un partito che basa la sua esistenza proprio sull'omofobia, a cui marginalmente hanno aggiunto anche progetti per l'introduzione di leggi bibliche, l'esclusione dal mondo politico e lavorativo delle donne, il respingimento dei profughi che scappano dalle guerre, così come una rivoluzione antropologica volta a ridefinire la famiglia come un'entità che non si basa sulla natura ma sui distinguo fascisti decisi a tavolino dall'integralismo cattolico. Una cosa così bella è stata trasformata in un simbolo di odio, in cui si invoca la famiglia per escluderne altre e cercare di attaccare gli affetti e la dignità di gente che si vuole perseguitare (e forse anche spingere all'annullamento, al suicidio o all'infelicità). Dicono che alcuni bambini non devano poter chiamare papà i loro padri e che alcune famiglie non debbano definirsi tali solo per compiacere la sete di vendetta di quella stessa gente che ora vuole affossare le riforme costituzionali solo come violenta ripicca verso un governo che non si è conformato al loro pensiero unico.
Nell'immagine di apertura Amato posa di fianco ad Adinolfi durante la presentazione del suo partito, con tanto di Toni Brandi (che dalle pagine di ProVita definiva quell'iniziativa «un suicidio») che calca il palco quasi a voler sottolineare come la frattura decantata dai giornali forse non sia altro che un freddo calcolo politico volto a cercare il maggior profitto possibile.
Ecco dunque che non si troviamo più dinnanzi ad un ente che patrocina l'odio, ma un ente che patrocinatrice la campagna elettorale di un soggetto ben definito. A nome della popolazione si offre così' aiuto ad un partito, discriminando gli altri e probabilmente violando qualsiasi regola democratica.
Le associazioni lgbt e femministe commentano amaramente l'ennesimo patrocinio ad Amato, sottolineando come si tratti di «un fatto gravissimo, un vero e proprio avallo della disinformazione». «Ci chiediamo come sia possibile che una amministrazione comunale avalli questa campagna che diffonde disinformazione e paura in insegnanti e genitori, e lo fa senza alcun fondamento scientifico, al solo scopo di fomentare sessiamo e omofobia».