Le Pen in pellegrinaggio al Pirellone: «La Lombardia è stata esemplare nel contsratare le unioni gay»
La Lombardia non esiste più, perlomeno non come la conoscevamo. Un tempo era una regione che trainava il progresso, un vanto per chi ci abitava... oggi è un rischio per l'intero stato grazie ad una incessante attività volta a fomentare il bigottismo e legittimare il neonazismo.
Sarà pure che Maroni ha la necessità di distrarre l'opinione pubblica pur di non ritrovarsi a dover rispondere di come il suo braccio destro abbia svuotato le casse della sanità pubblica sino a nascondere soldi persino nel congelatore di casa, ma questo non è certo un buon motivo per distruggere un'intera terra e un'intera cultura. Oggi chi non è bianco, cristiano ed eterosessuale non è gradito nella Lombardia di Maroni, un luogo in cui tutti hanno pari doveri ma diritti molto differenti.
Visti i presupposti, il Pirellone deve essere apparsa come una Mecca per la vicepresidente del Front National, Marion Le Pen, recatasi in pellegrinaggio alla corte di Maroni per lodare la sua opera di contrasto ai diritti di gay e lesbiche. «Abbiamo molti progetti comuni sui principi dell'identità della famiglia e della difesa della famiglia naturale. La Regione Lombardia è stata esemplare -ha dichiarato la leader del partito di estrema destra- Vogliamo capitalizzare sulla lotta contro i matrimoni gay. La Lega Nord non si è fatta ingannare dal principio del politically correct. Spesso siamo accusati di non riuscire a capitalizzare i risultati. Noi vogliamo portare in Francia l'esempio dei loro risultati».
Ad accogliere l'esponente di un partito c'erano le destre al gran completo: dal capogruppo della Lega al consiglio regionale, Massimiliano Romeo, al responsabile delle relazioni con i movimenti esteri Massimiliano Ferrari. E poi, ancora, il consigliere municipale e regionale del Front National a Nizza Olivier Bettati, il Consigliere regionale Philippe Vardon e Vincenzo Sofo, referente del think tank leghista "Il Talebano". Il gruppo ha poi dibattuto sulle possibili sinergie tra i due partiti.
Il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, nota come la Lega «la definitivamente cambiato pelle. Ha ormai abbandonato il territorio e le vere politiche autonomiste, che peraltro ha sempre scimmiottato. Ora va braccetto con chi traccia per l'Europa percorsi che si rifanno agli autoritarismi nazionalisti e xenofobi del '900. I lombardi che pensavano di aver votato Maroni e la sua retorica sull'autonomia si ritrovano governati dalle copie italiane di Donald Trump».
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