Stati Uniti. 16enne viene costretto dal padre a "curare" la sua omosessualità. Per 5 anni gli è stato vietato di parlare con la madre e le sorelle

Mathew Shurka oggi ha 27 anni e vive a New York. È gay e tra i 16 e i 21 anni è stato costretto dal padre a frequentare una di quelle fantomatiche "terapie riparative" organizzate dai soliti gruppi di fanatici religiosi (le stesse che in questi giorni vengono promosse anche qui in Italia dall'associazione ProVita o dal cardinale Scola).
Per cinque lunghi anni ha subito violenze ed è stato costretto a non poter parlare con donne, inclusa la madre e le sue sorelle. «Mi facevano sentire come se avessi una malattia che doveva essere curata», racconta.
I sedicenti terapeuti gli dicevano che doveva "curare" la sua cosiddetta SSA e che doveva passare più tempo con i ragazzi per cercare di relazionarsi con loro.Il divieto a qualunque rapporto con le ragazze sarebbe invece dovuto servire a non accogliere eventuali abitudini femminili.
Il giovane racconta anche come «i terapeuti hanno cercato di insegnarmi che l'omosessualità non esiste e che si trattava di una condizione psicologica instradata da una sorta di trauma infantile. Uno degli psicoterapeuti sosteneva che siamo nati con una natura eterosessuale e i sentimenti omosessuali sono una risposta a quel trauma. Sosteneva così che bisognasse guarire da quel trauma attraverso la terapia e l'attrazione per il sesso opposto sarebbe improvvisamente tornato perché è "naturale"».
Il padre era presente a tutte le sedute e i "terapeuti" facevano molta leva nel cercare di inculcare sensi di colpa su un adolecscente che era ancora confuso riguardo al proprio orientamento sessuale. Da voltastomaco è come cercassero di incutergli paura riguardo a come avrebbe potuto vivere la sua vita. «Mio padre aveva paura che avrei vissuto una vita orribile come un uomo gay nella società», racconta.
A 21 anni Mathew si è innamorato di un uomo e ha preso coscienza di come la sua attrazione verso lo stesso sesso non fosse mai diminuita nonostante fosse in terapia da oltre 5 anni. Gli era stato insegnato che non poteva esistere l'amore tra due persone dello stesso sesso, eppure lui si innamorata di un altro ragazzo e capiva che quello era un sentimento autentico.
Ci sono voluti due anni di terapia, questa volta professionale, per cercare di mettere da parte i danni causati dalla follia dei gruppi anti-gay. Poi, nel gennaio del 2012, ha deciso di fare coming out con i suoi amici, ricevendo pieno appoggio e supporto da parte loro.
Oggi è un attivista che tenta di far approvare un divieto alle fantomatiche "terapie di conversione" in tutti gli Stati Uniti, così come già avvenuto in California, New Jersey, Illinios ed Oregan.


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