È connubio tra Mario Adinolfi e l'estrema destra di Militia Christi
Il partito di Mario Adinolfi si è alleato con il gruppo di estrema destra Militia Christi per dare vita ad un evento contro l'aborto in cui è stato previsto l'intervento di Gianfranco Amato (segretario del partito di Adinolfi nonché presidente dei Giuristi per la Vita). Nell'immagini lo vediamo in compagna di un prete mentre la slogan al megafono alle poche persone intervenute (sottolineando ancora una volta come la l'uso della religione sia parte integrante della loro propaganda politica).
Il fatto rende sempre più evidente il partito di Adinolfi si collocherà sull'estrema destra, così come la locandina in questione non lascia dubbi su quale sia la modalità di imposizioni della sua volontà che il leader integralista intende seguire. La sua ultima crociata contro l'aborto appare semplice: si tratta di un tema sensibile che è facilmente affrontabile in modo populistico se volutamente si ignorano le radici del fenomeno. Lui dice che il bambino deve vivere, ma non parla di quali possono essere le ragioni che spingano una madre a decidere di interrompere la gravidanza.
Ancor peggiori sono le "soluzioni" che propone: sul manifesto viene chiaramente spiegato come la sua idea sia quella di «incoraggiare i medici obiettori». In altre parole, non si affronterebbero le reali problematiche ma si cercherebbe di rendere inapplicabile la legge attraverso una vera e propria violenza che renda inaccessibile ciò che lo stato prevede (fregandosene pure di come molti medici obiettori non si si facciano certo problemi a praticarle privatamente e dietro cospicuo compenso).
Naturalmente nessuno vuole sperare troppo nelle capacità razionali di chi è disposto a votare simili personaggi, ma da qui ne passa di acqua sotto i ponti nel ritenere lecito il sostenere che un problema possa risolversi se si vietano le soluzioni legali. La realtà appare chiara a tutti: una simile soluzione renderebbe il problema ancora più grave dato che alle persone meno abbienti non resterebbe quel fai-da-te degli anni sessanta: metodo casalinghi che metterebbero a repentaglio la loro stessa vita altro a quelle dei figli. Sempre ammesso che non si inizi nuovamente a trovare bambini morti gettati nei cassonetti.
A mostrarci come come quella collaborazione non sia un caso isolato sono le pagine social del gruppo di estrema destra, ormai ricolme di lodi verso Adinolfi e verso quel nuovo fascismo che i suoi distinguo e le sue imposizioni vorrebbero riportare in auge.