L'Ampi contro il convegno omofobo di Amato. I fan dell'avvocato: «I partigiani sono schifezze umane, la versione italiana dell'Isis»
Continua senza sosta la propaganda integralista di Gianfranco Amato, rappresentante italiano della statunitense Alliance Defense Fund, presidente dell'associazione Giuristi per la vita e candidato alle elezioni comunali di Roma. Come mai accaduto prima nella storia repubblicana, la sua propaganda elettorale viene patrocinata da enti pubblici con denaro pubblico, evidentemente sottratto alle famiglie per essere destinato alla sua ideologia.
Nell'anniversario della liberazione d'Italia, saranno il Comune di Martina Franca e la provincia di Taranto a patrocinare un convegno anti-gay dal titolo "Giù le mani dai bambini". Ad introdurre il tutto ci sarà Katia Nardelli del gruppo "Medjugorje per la pace", riconfermando una modalità comunicativa a senso unico in cui sia sia attentamente evitato qualunque confronto con chi avrebbe la possibilità e la capacità di raccontare la verità ai presenti.
Questa volta, però, anche i partigiani sono scesi in campo per liberare l'Italia da una propaganda contraria al bene comune, invitando il Comune ad annullare l'evento omofobo. Attraverso un comunicato stampa, la sezione di di Martina Franca dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia spiega:
Il 25 Aprile è la festa della Liberazione per tutti e non può essere macchiata da eventi di stampo omofobo Lunedì 25 Aprile ricorre il 71° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Oltre a questo appuntamento fisso, che ogni anno rappresenta un piccolissimo omaggio a tutti coloro che, per renderci liberi e porre fine a ogni tipo di persecuzione, seppero mettere i valori di libertà e democrazia al di sopra di ogni cosa, persino della incolumità propria e dei propri cari, quest’anno si celebrano anche i 70 anni dal voto alle donne. È il 10 marzo del 1946 e le donne finalmente possono esercitare un diritto concesso loro dopo anni di battaglie. In quel momento un grande passo è stato compiuto. Quello che sarà l'art. 3 della nostra Costituzione fa già parte della vita italiana prima ancora di essere promulgato. In questo clima di preparazione ai festeggiamenti, apprendiamo con sdegno e preoccupazione che nello stesso giorno, nella sala consiliare del Comune di Martina Franca e con il patrocinio dello stesso Comune e della Provincia di Taranto, si terrà un incontro il cui relatore sarà Gianfranco Amato, presidente dei “Giuristi per la vita”, una delle associazioni che con più convinzione si batte contro ogni riconoscimento dei diritti delle persone LGBT e contro la proposta di legge del reato di omofobia.
È proprio lo stesso Amato che un paio di anni fa dichiarò a “il Giornale” che “se essere omofobo significa considerare l’omosessualità un peccato, ritenere che il sesso debba essere aperto alla trasmissione della vita, credere nei precetti della Chiesa, allora mi autodenuncio: dichiaro pubblicamente e con orgoglio ai funzionari dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) di essere un omofobo. Mandino nel mio studio gli agenti dell’Oscad (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) ad arrestarmi. Li aspetto”. Si evince chiaramente come un evento con un relatore di questo tipo calpesti con violenza proprio quell’art. 3 i cui albori risalgono a quel famoso 10 marzo 1946 e che rende uguali tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
L’Anpi di Martina Franca – Sezione Fratelli Carucci, unitamente all’Arcigay di Taranto, condanna fermamente la concessione del patrocinio da parte del comune di Martina Franca e della Provincia di Taranto ad un convegno omofobo e allarmistico, capace solo di incutere paura e intolleranza nei cittadini e chiede in primis che l’evento non abbia luogo, revocando l’autorizzazione all’ utilizzo di spazi pubblici comunali. Nel caso in cui tale convegno, che utilizza i bambini e la loro educazione per attirare più pubblico e veicolare paure e discriminazioni, non venga bloccato, chiediamo che il Comune e la Provincia ritirino immediatamente il loro patrocinio. E’ privo di ogni logica e coerenza il fatto che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Martina Franca organizzi nella stessa sala consiliare per la mattina del 25 Aprile un incontro con le scuole, per tramandare i valori della resistenza, e nel pomeriggio si renda complice della morte della cultura dell’eguaglianza e del rispetto.
Fin da ora, annunciamo che l’ANPI di Martina Franca, nel caso in cui le nostre richieste cadano nel vuoto, ritirerà immediatamente il patrocinio concesso al Comune di Martina Franca per le celebrazioni in programma la mattina del 25 Aprile. Non ci renderemo complici di un ritorno ad un passato oscurantista in cui colui che, ingiustamente e stupidamente, è considerato “diverso” da noi è un nemico da combattere.
L'avvocato ha risposto stizzito alla denuncia commentando sulla sua pagina Facebook: «Ci risiamo con l'omofobia.....Adesso ci si mettono anche i partigiani...». Ma per dimostrare come quel termine sia più che appropriato pare sufficiente leggere i commenti dei suoi adepti. Ormai legittimati qa qualunque forma di violenza verbale dal loro leader, li troviamo pronti a scrivere: «Gaystapo in azione! I partigiani non avrebbero dovuto combatterli?». Già, perché «gaystapo» è il temrine offensivo coin cui Amato ha insegnato loro ad attaccare chiunque rivendichi i propri diritti in un'ottica in cui lo scopare con una donna (maglio se sottomessa) sarebbe motivo di maggiori diritti.
Altri spiegano chiaramente come la linea politica del movimento sia orientata verso l'estrema destra e affermano: «Ancora in Italia c'è qualcuno che crede che i partigiani siano i paladini della democrazia?». Ed ancora: «Che tristezza ricattare le istituzioni democratiche. Si pensano di essere democratici?».
Naturalmente qualcuno dice che la verità sia una violenza verso chi diffonde disinformazione a scopi politici, e scrive: «La solita ideologia che accomuna chi non la pensa come loro.....intolleranti e famigliofobi». Curioso è il neologismo coniato ad quel gruppo integralista che si batte per impedire il riconoscimento delle famiglie altrui anche se ciò non toglierebbe nulla alla propria...
Immancabili sono gli insulti: «Macché partigiani, questi saranno i nipoti idioti dei partigiani più imbecilli. Che schifo, si vergognino di darsi questo appellativo, schifezze umane». Ed ancora: «Sono fuori dalla politica , messi in discussione dalla Storia cercano solo visibilità». «Finti partigiani con mente traviata da personaggi della Gaystapo». «Meglio artigiano che partigiano». «I partigiani sono la versione italiana dell'Isis».