Le Sentinelle in Piedi ridefiniscono il matrimonio: «Lo scopo principale è il compito procreativo»
La capacità procreativa non ha nulla a che vedere con il matrimonio e chi dichiara il contrario sta dicendo il falso. Non esiste una sola legge che impone l'obbligo di ingravidare la moglie, così come non ci sono limitazioni all'accesso a quell'istituto da parte di persone sterili o in età in cui neppure un miracolo potrebbero permettere la nascita di un figlio. Non solo. Reversibilità e diritti matrimoniali valgono anche per tutte le coppie eterosessuali sposate che non hanno avuto o non hanno voluto figli.
Ma quando si cerca un pretesto per nascondere un'ideologia basata sul mero pregiudizio, può capitare che qualcuno spergiuri il falso. È il caso del movimento violento delle Sentinelle in Piedi, capaci di diramarne un imbarazzante comunicato stampa volto a sostenere che:
Il testo sulle cosiddette “unioni civili”, dopo l’approvazione in Senato, avvenuta in barba ai più elementari processi democratici, prosegue il suo iter alla Camera, dove sono iniziati i lavori alla Commissione Giustizia. Come abbiamo più volte denunciato in piazza, questo testo equipara al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso con una disciplina che fa riferimento alle norme sul matrimonio contenute nel codice civile, motivo per cui noi non ci stanchiamo di affermare con la nostra presenza pubblica che siamo di fronte ad una norma ingiusta poiché tratta nello stesso modo due realtà diverse e inoltre ha il solo obiettivo di nobilitare il comportamento omosessuale, togliendolo dalla sfera privata in cui è sempre stato poiché solo l’unione coniugale costituisce la cellula base della nostra società.
Scendiamo dunque in piazza per difendere l’uomo da un attacco senza precedenti che ferisce l’identità dell’uomo e della donna, mina le relazioni e demolisce la nostra società partendo dalla sua cellula base.
La premessa è semplice: l'articolo 3 della costituzione (che impone pari dignità sociale senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali) non deve valere perché inutile alla loro causa. I gay devono essere additati come diversi e devono essete trattati con modalità diverse e meno dignitose di quelle che pretendono per sé stessi. Ma non solo, si spingono sino a sostenere che possa esistere una fantomatica «nobilitare il comportamento omosessuale» prima che i gay siano gettati in quel ghetto in cui sono stati costretti a vivere per decenni.
Siamo dinnanzi all'elogio della disparità sociale e della discriminazione, con tanto di richieste incostituzionali che violano i diritti fondamentali dell'uomo.
Ma la follia non finisce qui, dato che il gruppo violento aggiunge anche:
Anche senza la stepchild adoption, il ddl sulle cosiddette unioni civili è comunque inaccettabile, non solo perché l’adozione sarà introdotta per via giudiziaria o imposta dall’Europa, dato che la disciplina delle unioni civili si rifà senza differenza alcuna a quella del matrimonio contenuta nel codice civile, ma soprattutto, perché anche senza l’adozione il riconoscimento giuridico di queste unioni indebolisce l’istituto matrimoniale, svilendone il significato e facendo passare l’idea che il compito procreativo ed educativo siano solo delle opzioni e non lo scopo principale dell’unione fra uomo e donna. Il matrimonio pertanto sarà snaturato e non più compreso come necessario a garantire l’ordine delle generazioni, contribuendo inevitabilmente anche all’indebolimento dei rapporti e della società intera.
Scendiamo in piazza anche perché di fronte a questi presunti diritti sarà sempre più difficile dissentire: farlo significherà essere accusati di omofobia, finire nella gogna mediatica, rischiare la reputazione e, come accade già negli Stati Uniti, spesso anche il posto di lavoro, multe salatissime o obbligo di attività “rieducative”, che richiamano a regimi dittatoriali. In gioco c’è quindi la nostra libertà di espressione e la libertà della nostra coscienza, basi fondanti di una reale democrazia.
Di dice dunque che «Lo scopo principale dell’unione fra uomo e donna è il compito procreativo». Una bugia basata sul nulla, utile solo a chi è alla disperata ricevere di un pretesto con cui chiedere di avere maggiori privilegi degli altri per diritto di nascita.
Se davvero credessero a quello che dicono, allora li dovremmo vedere iin piazza a protestare conto l'esistenza delle famiglie senza figli e non solo contro l'esistenza dei gay. E che dire della loro amica Meloni che ha annunciato di aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio proprio durante la loro convention integralista: se il matrimonio serve a fare figli, com'è possibile che una delle loro leader sia riuscito a farne uno anche all'estero di quell'unione?
Interessante è poi il solito slogan volto a sostenere che il loro presunto diritto alla discriminazione debba valere più dei diritti umani altrui, in quella logica perversa in cui sostengono sia meno importante prevenire i suicidi fra gli adolescenti piuttosto che combattere quell'ignoranza che li spinge a tali gesti estremi.
La chiusura del comunicato pare anche richiamare il maschilismo a cui quel movimento si ispira. Scrivono infatti:
Vegliamo perché sia tutelata la nostra società, la famiglia, il matrimonio, l’essenza dell’uomo, vegliamo per la ragione, vegliamo in piazza perché ci sta a cuore la felicità piena di ciascuno.
Viene dunque citata una fantomatica «essenza dell'uomo» e ci si dimentica della donna, forse messa da parte dato che questo movimento è solito sostenere che una donna non conti: deve sottomettersi al marito, evitare di fare cose importanti che spettano agli uomini e non avere ambizioni che vadano oltre quello di far trovare la casa sempre in ordine e la cena in tavola al marito.