Liceo di Trieste aggredito dalla diocesi: la curia non vuole che si dica ai ragazzi che esistono orientamenti diversi dall'eterosessualità
Forse sarà un'intera generazione a pagare le spese, fatto sta che c'è un manipolo di persone che pare pronta a tutto pur di preservare l'odio omofobico. Ancora una volta è la diocesi di Triste a chiedere che le scuole siano trasformate in un centro di rieducazione ideologico in cui far crescere dei bravi balilla animati dall'odio e dal disprezzo verso il prossimo. E, ancora una volta, è la solita Bussola Quotidiana ad aver dato visibilità a quella crociata d'odio contro il bene e l'interesse dei minori.
Neppure la vittima pare cambiata, dato che al centro del loro attacco incrociato c'è sempre il liceo Petrarca, ossia un istituto in cui ogni singolo argomento trattato nelle classi viene trasformato in un pretesto di propaganda politica dagli organi di stampa dell'omofobia organizzata (con gli studenti che, loro malgrado, diventano costantemente vittime di una guerra ideologica che viene combattuta sulla loro pelle e contro i loro diritti).
Curioso è anche come il direttore responsabile del sito della diocesi di triste sia Stefano Fontana e Stefano fontana sia anche l'autore dell'articolo de La Nuova Bussola Quotidiana che cita la diocesi come fonte. A meno che non si sia dinnanzi ad un incredibile caso di omonimia, l'impressione è che si sia dinnanzi ad una persona che cita sé stessa per darsi ragione (in quello gioco di specchi tipico dell'integralismo in cui un proliferare di sigle tenta di spacciare come un'idea condivisa quella che in realtà è un'ideologia riconducibile ad un piccolo gruppo di persone).
Venendo ai fatti, il giornale integralista di Cascioli si lancia nell'affermare che «Arcigay e Arcilesbica impongono corsi gender obbligatori in un liceo di Triste». Un'affermazione decisamente curiosa se si considera come la fantomatica "ideologia gender" non esista e non sia altro che una falsa teoria inventata di sana pianta da quei giornali che vi ci si appellano per giustificare quella è che in realtà è mera omofobia. Ma il tono allarmistico e altamente politicizzato diviene sempre più evidente quando si spiega:
Il giorno 1 aprile è accaduta a Trieste una cosa che desta preoccupazione. Arcigay e Arcilesbica hanno indetto presso il liceo Petrarca una riunione per genitori e insegnanti per illustrare il loro progetto “A scuola per conoscerci”, finanziato dalla Regione nell’ambito delle direttive ministeriali per la cosiddetta lotta alla discriminazione sulla base degli orientamenti sesuali e di genere. All’incontro erano presenti formatori di Area Arcigay, esponenti delle istituzioni come l’assessore regionale Loredana Paraniti, alcuni giovani volontari aderenti all’Arcigay che porteranno nelle aule la loro testimonianza, oltre naturalmente al responsabile educativo del progetto Davide Zotti.
Da qui si passa ad illustrare un'assurda teoria, volta a sostenere che l'odio sia un diritto e che non sia possibile parlare di rispetto verso il prossimo nelle scuole:
Perché il fatto desta preoccupazione? La cosa inaccettabile è che quel corso si tiene al mattino, al posto delle ore di storia o di latino, ed è obbligatorio. Alcuni genitori hanno presentato richiesta di esonero che è stata loro rifiutata. Unico modo di uscirne per le famiglie è tenere i figli a casa. Ma la scuola non dovrebbe essere di tutti? E il giovane costretto a rimanere a casa dalle lezioni non è proprio lui il discriminato?
In realtà non pare corretto parlare di "discriminazione" dinnanzi un ragazzo che viene tenuto a casa perché i genitori desiderano sia indottrinato ai pregiudizi: casomai pare si sia dinnanzi ad una vittima e in un qualsiasi Paese civile un atteggiamento simile porterebbe ad un giustificato e necessario intervento da parte dei servizi sociali. Quale futuro potrà mai avere un povero ragazzo che viene strumentalizzato da genitori incapaci di fornire quell'istruzione che tutti i trattati indicano come un obbligo? Perché si sostiene che lo scandalo sia l'educazione al rispetto quando il vero scandalo è che qualcuno possa essere contrario ad una sana educazione dei giovani?
Ma non solo. Va notato come il piano propagandistico dell'integralismo citi sempre quelli che sostiene siano i diritti dei genitori e mai i loro obblighi, il tutto al solo fine di sostenere che i bambini siano una proprietà privata che debbano poter essere esposti a qualunque violenza se i loro proprietari hanno deciso così. Il genitore deve poter decidere che orientamento sessuale debba avere il figlio o cosa debba pensare, infischiandosi come i ragazzi siano persone dotate di diritti e di una inviolabile libertà di pensiero.
L'articolo passa poi a spiegare come la diocesi si stia muovendo per impedire che ai ragazzi possa essere insegnato il rispetto del prossimo. Ciu citano pagine in cui si mette in dubbio che l'omosessualità sia normale (anche se non vi sono dubbi che lo sia) e si sostenendo che l'opinione di due genitori integralisti debba valere più di tutti gli altri. Chi vorrebbe un'educazione sana per i propri figli deve vedersela negata se due folli scrivono lettere alla diocesi per chiedere che i loro figli possano crescere omofobi:
Ma i genitori si stanno muovendo. Il sito del settimanale diocesano Vita Nuova ha già pubblicato due lettere di genitori che dicono di essersi sentiti tagliati fuori, che alle istituzioni della famiglia non importa niente e che è in atto una forma di sistema totalitario. Uno, in particolare, ha descritto come si è svolta la riunione del 1 aprile, riferendo che sono stati forniti dati assurdi e impossibili sul fenomeno del bullismo omofobico, di cui però nessun relatore ha saputo citare un solo caso concreto. Gli stessi quattro giovani volontari, dichiaratisi gay e che secondo il progetto dovrebbero andare a portare la loro testimonianza nelle classi, non hanno detto di aver subito affronto a sfondo omofobo alcuno.
La premessa è dunque che il bullismo omofobico none esista e che le vessazioni subite ogni giorno da migliaia di studenti sulla base del loro orientamento sessuale non sia altro che una bugia. Parrebbe dunque che l'intera umanità sia composta da persone paranoiche in cui solo l'integralismo conosce la verità rivelata: l'omofobia non esiste, non va combattuta e non c'è nulla di male se alcuni ragazzi spingono altri ragazzi al suicidio, l'importante è che la vittima di quelle violenze non sia un eterosessuale.
Il sito di Riccardo Cascioli non manca di illustrare in modo strumentale il progetto, sempre in quell'ottica in cui basta cambiare la verità dei fatti per alimentare un'isteria che possa colpire e danneggiare la vita delle minoranze a lui non gradite:
Ma cosa è il progetto “A scuola per conoscerci”? E’ un progetto improntato all’ideologia del gender ed omosessualista. Nel capitolo del progetto dal titolo "I percorsi didattico formativi rivolti agli studenti" si dice che non è l’identità a dover orientare i nostri “atti performativi”, ossia le nostre azioni verso gli altri, ma al contrario sono i comportamenti a fare la nostra identità. Si aggiunge che si “insegnano modelli normativi esclusivi e inconciliabili con altri esistenti e altrettanto plausibili” e che oggi si insegna a “rappresentarsi la società in una struttura gerarchica dove l’eterosessualità avrebbe una posizione di assoluto privilegio solo perché maggioritaria e storicamente avvantaggiata”. Si tratta di affermazioni tipiche della cultura gender: si è ciò che si fa e si fa ciò che ci si sente, vengono imposti modelli identitari come se fossero assoluti ed invece sono solo di maggioranza, non esiste una natura ma solo una storia.
Naturalmente nessuno dice che la natura non esiste, semplicemente si dice che non è la natura a dettare legge sul fatto che una donna debba essere sottomessa o che la sua massima spirazione debba essere quella di far trovare le mutande pulite al marito. Ma il gioco è sempre quello: si usano virgolette per snaturale le parole, si gira il senso delle frasi e si racconta una verità che viene resa possibile solo da un attento taglia e cuci che non permette alla gente di poter capire di che cosa si sia parlando. E forse non vogliono che si capisca, altrimenti come potrebbero uscirsene con frasi assurde in cui si parla dell'esistenza di una fantomatica "cultura gender"?
Ed ancora, secondo il sito integralista l'educazione al rispetto sarebbe altro che un atteggiamento marxista in una scuola che non deve assolutamente permettersi di formare dei bravi cittadini,m l'importante è che formi elettori in grado di dare il proprio voto alle estreme destre:
Sempre nel testo del progetto si legge una visione militante della scuola: «La scuola, sul piano educativo, può essere invece volano di inclusione e riconoscimento, aperta alle trasformazioni sociali, luogo fondamentale in cui ognuno e ognuna abbia la possibilità di pensare e costruire liberamente la propria identità». La scuola non deve educare ad un unico modello di identità sessuale, ma essere luogo di trasformazione delle identità. Se negli anni Settanta alla scuola si assegnava un compito di trasformazione sociale di tipo marxista, oggi la si vuole impegnata nel campo della rieducazione sessuale. Una nuova forma di militanza per “l’uomo nuovo” che certamente non può essere accolta nella scuola pubblica.
Quindi in questo progetto si dirà che gli orientamenti sessuali sono molti, almeno tre: eterosessualità, omosessualità e bisessualità, che sono tutti normali e che tutti meritano una adeguata formazione affettiva e per garantire maggiore efficacia al messaggio alcuni ragazzi volontari aderenti ad Arcigay e Arcilesbica, “debitamente formati”, andranno nelle classi a parlare di omosessualità, ben sapendo gli organizzatori che l’esempio dei pari è senz’altro più efficace di qualsiasi discorso.
In realtà, è la scienza a dire quelle cose e non cero il progetto. Cascioli cercherà anche di propagandare finte teorie volte a sostenere che l'eterosessualità sia l'unico orientamento sessuale giusto e accettabile, ma la sua ideologia non può certo giustificare il passaggio di quelle informazioni false alle nuove generazioni. E benché meno può giustificare un'azione volta a rendere alcuni ragazzi vittima di violenze, torture, sevizie e discriminazioni.
Immancabile è come quella presa di posizione si riveli per ciò che è: una propaganda con fini politici molto partitici, illustrati in vita delle elezioni comunali. In fondo non stupisce che per qualcuno la vita di un ragazzo possa valere meno di un voto, soprattutto se c'è la possibilità di avere un tornaconto personale a fonte del sacrificio della vita altrui:
Dal punto di vista politico ci sono due aspetti da sottolineare. Il primo è che il Ministro Giannini, nell’estate del 2015, pur negando che il gender fosse presente nelle scuole italiane, aveva garantito che comunque per i corsi extracurricolari su tematiche legate all’affettività e alla sessualità sarebbe stato richiesto il consenso informato dei genitori. Perché a Trieste questo non si fa? Perché l’Ufficio scolastico regionale ha stabilito che quando uno di questi corsi si fa al mattino, diventa curricolare e quindi obbligatorio. In altri termini i formatori Arcigay e Arcilesbica, compresi i giovani volontari, durante le ore del corso sono di fatto equiparati ai docenti ordinari. Non solo si ritiene costoro incapaci di educare al rispetto reciproco i loro studenti, ma li si sostituisce con formatori con un preciso copyright culturale alle spalle.
La seconda questione politica è che a Trieste quasi nessun personaggio politico denuncia e si muove. Siamo in campagna elettorale per le comunali. Anche i genitori che hanno i figli nei licei interessati a questi esperimenti votano. Eppure i politici non si immischiano in queste cose. Le uniche realtà che danno voce al disagio sono i gruppi di insegnanti e di genitori che, con fatica, si stanno organizzando e la cui voce viene diffusa, nel silenzio mediatico generale, dal settimanale diocesano, fortemente impegnato su questo fronte.
Dinnanzi a questo discorso, le domande che verrebbero in mente a chiunque abbia un minimo di buonsenso paiono altre: perché la Giannini non inizia a denunciare chi diffonde queste menzogne così come aveva promesso? Perché la vita di alcuni ragazzi deve essere messa in pericolo da un'ideologia volta a diffondere false teorie riguardo all'omosessualità?
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