Monica Cirinnà: «Dopo le Unioni Civili il matrimonio egualitario»
La senatrice Monica Cirinnà, in occasione del convegno “La Famiglia della porta accanto”, ha annunciato che il matrimonio egualitario sarà il prossimo obiettivo del programma politico, mentre arriva ormai al fatidico e tanto sospirato traguardo la legge sulle Unioni Civili che l'ha vista in questi ultimi due anni strenua paladina in Parlamento, con convinzione ed orgoglio anche contro tutto e tutti. Al convegno presente Gennaro Migliore, Sottosegretario al Ministero della Giustizia. Tra i relatori il presidente nazionale Mario Marco Canale dell'Associazione Anddos contro le discriminazioni: il movimento lgbti italiano ha illustrato la forza della propria associativa: 177.250 soci (di cui 167.450 uomini e 9.800 donne, in dettaglio 50.414 associati nella sola città di Roma) in 71 circoli distribuiti in 15 regioni e 22 province, 416 dipendenti, 1.000 volontari (tra cui medici, psicologi e avvocati), 3.600 test salivari Hiv somministrati gratuitamente, un milione di preservativi distribuiti ogni anno nei circoli.
«Nel prossimo programma del nostro partito –afferma la senatrice Monica Cirinnà- metteremo il matrimonio egualitario e supereremo anche questa discriminazione: è vero che adesso riconosciamo le coppie e le famiglie, ma non riconosciamo ancora la genitorialità e questo è un buco legislativo che resta e che ammettiamo con grande onestà. Del resto abbiamo partners di governo estremamente scomodi e complicati su questo tema. Siamo arrivati finalmente il traguardo delle unioni civili: è il primo passo, un risultato importante ed impensabile in passato, adesso marceremo dritti verso il pieno riconoscimento dei diritti. Ogni cittadino deve comprendere che la famiglia della porta accanto non ti ha rubato nulla e che ora siamo semplicemente solo più felici e soprattutto più inclusivi. Il matrimonio egualitario è un obiettivo possibile che porteremo in Parlamento. Ma intanto ai sindaci dico che le prime unioni civili devono essere feste pubbliche e feste di piazza: a parte le zie che piangeranno e il lancio del riso, bisognerà che siano davvero feste di tutti. Perché il riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti passa proprio attraverso una grande battaglia culturale di inclusione e contrasto concreto alle discriminazioni».
Sul tema delle adozioni la senatrice respinge le accuse di accordi sotto banco con il ministro Alfano, puntando invece il dito contro il Movimento 5 Stelle che avrebbe preferito mettere in minoranza il governo ignorando così i diritti e le aspettative della comunità Lgbti.
«È bene che si sappia: noi abbiamo tenuto tenuto dentro l'articolo 5 sull'adozione coparentale fino al 16 febbraio, giorno in cui si entrava in aula alle ore 16 per votare il famoso emendamento premissivo detto canguro, a firma del senatore Marcucci: se il retro pensiero della politica fosse reale e non solo di facciata, non potrei ascoltare da nessuno quella fandonia per cui il PD, Renzi e chi per lui avevano già fatto l'accordo con Alfano pur di portare a casa la legge e stralciando l'articolo 5. Se nell'emendamento premissivo di Marcucci non ci fosse stata l'adozione coparentale, queste voci sarebbero state vere, ma vi dico che noi quella legge noi la volevamo invece portare a casa per intero. Rileggetevi l'intervista al Corriere della Sera del 13 febbraio del sottosegretario Pizzetti che rispose come lo stralcio dell'adozione fosse una bestemmia. In questa battaglia politica estenuante con una trattativa fino alla notte del 15 febbraio, giorno pure del mio compleanno, io conservo ancora il messaggio sul mio cellulare del Movimento 5 Stelle che mi scriveva “domani voteremo il premissivo sia intero che spacchettato”: quindi lo stralcio dell'adozione è frutto del tradimento del Movimento 5 Stelle : una coltellata alle spalle che non è stata data alla sottoscritta o al PD ma alle famiglie arcobaleno. Il senatore Marcucci è il portavoce dell'area di maggioranza e per prestigio e competenza non avrebbe mai inserito l'emendamento premissivo con il rischio senza maggioranza di non farlo passare al voto: questo stralcio dell'articolo 5, quindi, non è stato voluto dal PD ma è stato causato da questo tradimento a destra del Movimento 5 Stelle. Ma tra poco si voterà, penso che gli elettori ne terranno conto, soprattutto tutta la comunità Lgbti».
Marco Tosarello