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Papa Francesco attacca le famiglie gay: «Solo gli eterosessuali svolgono una funzione sociale piena»

Ci sono affermazioni gravi e incoscienti, ancor più rischiano di legittimare gravi violenze ai danni di gruppi già perseguitati. Eppure è Papa Francesco ad aver ufficialmente chiuso le porte alle unioni gay, schierandosi dalla parte di quei gruppi neonazisti che sfruttano l'immagine di Dio per predicare odio e discriminazione.
Al mondo non c'è praticamente un solo caso di discriminazione che non venga legittimato invocando un presunto sentimento religioso: i senzatetto gay superano di gran lunga qualunque altra categoria di persone, conseguenza diretta di quelle famiglie che invocano il nome di Dio per sostenere che loro figlio non sia gradito a causa del suo orientamento sessuale. In Uganda si è fatto il nome di Dio per sostenere la necessità di condannare a morte gay e lesbiche, in Italia l'integralismo cattolico cita il nome di Dio per legittimare ogni forma di rigurgito fascista.
Tutto questa violenza di aggravarsi dopo che papa Francesco ha pubblicato un testo dal titolo "Amoris Laetitia" in cui si afferma che la chiesa non è disposta a tollerare qualunque unione non sia formata da un uomo e una donna. L'eterosessualità diventa dunque la chiave su cui si fonda quel nuovo cristianesimo che pare mosso più dall'odio che dall'amore.

La chiusura è totale. Il papa sostiene che il riconoscimento di tutte le famiglie sia da ritenersi un indebolimento della famiglia tradizionale (l'unica a loro gradita) e che ciò «non giova alla società» ma «pregiudica la maturazione delle persone». Non solo, afferma pure che si «avverte più con chiarezza che solo l'unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena». Mentre «le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio. Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società».
Insomma, se l'uomo dovesse accettare il riconoscimento di quelle unioni che esistono sin dalla notte dei tempi, l'unanimità svanirebbe. Sono tesi folli che sino ad oggi solo alcuni gruppi integralisti si erano permessi di sostenere, anche perché basta osservare la realtà per smentirle: laddove esiste il matrimonio egualitario la società esiste ancora, semplicemente sono tutti più felici senza che qualcuno si dichiari migliore di qualcun altro per diritto di nascita.

Preoccupante è come il Pontefice se ne sia uscito con il sostenere l'esistenza di quella fantomatica «ideologia gender» che esiste solo nella mente degli omofobi. Anzi, per spiegarla pare abbia scelto proprio le testuali parole della propaganda di Gianfranco Amato, asserendo che si tratti di una teoria che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo». Aggiunge poi che «è inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini».
Insomma, anche qui dobbiamo attenderci una nuova offensiva che porterà sicuramente alla cessazione di qualunque contrasto al bullismo da parte dello stato. Le scuole torneranno ad insegnare che le donne devono saper stirare e che è divertente insultare o prendere a pugni un compagno di classe gay. Alle vittime che questa situazione ha già portato in passato se ne aggiungeranno di nuove, ma ora ci sarà anche la benedizione del papa ad aleggiare sulla testa degli assassini.
L'elenco di attacchi alla dignità della persona non si esaurisce lì e nella morsa di Papa Francesco finiscono anche le persone transessuali, statisticamente fra le più discriminate e perseguitate al mondo. Eppure dal Vaticano giunge una condanna morale volta a sostenere che siano persone sbagliate che non hanno capito nulla dalla vita. Dice Francesco: «Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata».
Insomma, chi nasce uomo deve essere uomo e deve comprarsi come Adinolfi. Finché si fa sesso con una donna va tutto bene, ma se si vuole essere come Dio ci ha creati, allora si è in errore perché si segue il volere della natura e non i diktat di chi non tollera l'esistenza delle differenze.

In realtà tutto questo rigurgito di violenza pare dettata da una paura della Chiesa, storicamente incapace di rimettere in discussione ciò che ha spacciato come una verità rivelata. Dato che Francesco ha sostenuto che il suo nuovo cristianesimo si basi sull'eterosessualità, è in tale chiave che chiunque non sia eterosessuale veien attaccato e condannato per il suo esistere. È l'eredità di una una tradizione in cui il sesso è visto come un qualcosa di diabolico e in cui è stato necessario crearsi false ideologie per spiegare la necessità di frenare la natura umana. In questa chiave, chiunque non rientri in quella visione della famiglia deve essere sacrificato nel nome di Dio (un tempo le streghe venivano bruciate, ora il lavoro sporco viene lasciato a quelle associazioni integraliste che si nutrono di discriminazione).

L'unica nota positiva è come Francesco si premuri di sostenere che gay e lesbiche sono inferiori agli eterosessuali ma meritano comunque di essere difesi dalla «ingiusta discriminazione». Una definizione molto labile che l'integralismo ha superato già da tempo sostenendo esista una «giusta discriminazione» verso quei gruppi di persone a cui loro vorrebbero negare il diritto alla vita. Poi, come già accaduto in passato, tutte quelle vite spezzate varranno due minuti di scuse durante un qualche angelus e la Chiesa farà finta di non avere colpe per quanto accaduto.


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