Per Savarese, è colpa della «lobby gay» se Gandolfini diffondeva false informazioni sull'operato di Arcigay


Durante i suoi convegni, il signor Massimo Gandolfini andava in giro a dire che Arcigay approvasse la pedofilia come orientamento sessuale. Nel dirlo, sventolava anche un ritaglio di giornale in cui c'era scritto tutt'altro, motivo per cui Arcigay ha giustamente fatto ricorso all'autorità giudiziaria in seguito a quella che ha tutta l'aria di essere pura diffamazione.
Ebbene, secondo l'integralismo cattolico, l'associazione gay non avrebbe mai dovuto permettersi di esercitare i propri diritti contro il loro leader. Evidentemente non gli basta più sostenere che i gay debbano avere meno diritti di loro, ma ora pare vogliano sostenere che non debbano averne del tutto.

A lanciare un violento attacco è il solito Filippo Savarese, portavoce dalla ex Manif Pour Tous, il quale esprime piena solidarietà al diffamatore e insulta il diffamato: «A nome di tutti i circoli di Generazione Famiglia -afferma in un comunicato stampa- esprimo piena solidarietà a Massimo Gandolfini. È chiaro che la lobby Lgbt si trovi in enorme difficoltà sui territori proprio grazie all'attività di informazione delle famiglie che va avanti da oltre due anni e che sbarra la strada all'ingresso dell'ideologia gender nelle scuole. Il professor Gandolfini ha sempre condotto questo servizio con rispetto umano e con riferimento a solidi criteri scientifici e siamo certi che ciò sarà formalmente riconosciuto in ogni sede».

Esatto, secondo Savarese è colpa dei gay se Gandolfini affermava pubblicamente che Arcigay avesse approvato la pedofilia fra gli orientamenti sessuali previsti da Facebook (dove, peraltro, ovviamente la pedofilia non c'è). Come da prassi, l'uscita è anche ricca di insulti e insinuazioni gravissime.
Sarebbe anche interessante sapere quali sarebbero i fantomatici criteri scientifici a cui fa riferimento, così come non è chiaro cosa c'entri l'attività di disinformazione dei loro circoli con quella che è stata un'esternazione pronunciata più volte da Gandolfini. L'unica spiegazione possibile è che non abbiano argomentazioni e che non sappiano che altro fare se non abbaiare.

Se sappiamo per certo che l'integralismo cattolico è destinato a morire, c'è però da domandarsi per quanto tempo dovremo subire gli effetti devastanti di una lobby che ha legittimato qualunque forma di odio per raggiungere i propri scopi politici.
A spiegarci il rischio di questa ideologia è un utente di Twitter vicina alla Manif pour Tous, probabilmente nota a molti data la sua onnipresenza in qualunque discussione preveda insulti e offese rivolte ai gay. Annarosa ن‏ (il simbolo a fianco del suo nome dovrebbe indicare che lei si considera cristiana sulla base di quell'idea per cui i gay ostentano e i cristiani testimoniano) ci spiega la nuova teoria integralista volta a sostenere che i discorsi d'odio siano tutelati dalla libertà di parola. Il suo commento giunge in riposta ad un articolo che piega come il 40% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 34 anni siano favorevoli ad un divieto statale contro i discorsi d'odio rivolti alle minoranze.
E se pare difficile anche solo pensare che si possa essere contrari al rispetto verso il prossimo, ecco che lei tuona: «Ben bene indottrinati i giovani, la prossima generazione riproporrà gli orrori del '900?». Si scopre così che qualcuno pensa che il nazismo, ossia quell'ideologia basata su fantomatiche teorie della razza, sia stato causato da un'assenza di libertà nel portare avanti propaganda una d'odio. Ma non solo, ci si vanta persino nel sostenere che quell'odio debba essere lecito, presumibilmente quando permette di insultare gay e lesbiche.
A spiegarci la dualità della loro concezione di libertà (infinita per gli integralisti e inesistente per gli altri) è la pagina integralista Nelle note che esprime piena solidarietà a Gandolfini. Interessante è come fra i destinatari inserisca anche ProVita ossia quell'associazione che ha denunciato chiunque non gli andasse a genio (dai professori dei licei agli autori televisivi e dai sindaci ai fotografi). Ancora una volta si sottolinea come si professi quel pensiero unico in cui gli altri devono tacere mentre si pretende di poter anche mentire se ciò è utile alla propria propaganda. Dinnanzi a tale visione del mondo, ecco che appare comprensibile perché l'integralismo risponda ad una loro offesa con nuovi insulti, magari sostenendo che tutto quell'odio sia un loro diritto.
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