Pezzana contro l'attacco ad Israele e al Festival del Cinema gay di Torino


A pagina 49 de La Stampa di ieri è stato pubblicato un articolo dal titolo "Non parteciperemo a un evento finanziato con i soldi di Israele", nel quale si afferma:

Da organizzatori di tre incontri a promotori del boicottaggio dell’evento. Gli universitari di Studenti Indipendenti hanno deciso di non prendere parte al prossimo Torino Gay and Lesbian Film Festival, in programma dal 4 al 9 maggio al cinema Massimo. Motivo della decisione sarebbe la presenza dell’ufficio culturale dell’ambasciata israeliana nell’elenco dei collaboratori del Tglff. «Siamo venuti a conoscenza del fatto che l’intero evento è finanziato anche da Israele, costringendoci pertanto ad interrompere ogni nostra collaborazione con gli organizzatori - spiegano i ragazzi dei collettivi -. La decisione non vuole in nessun modo delegittimare tema, contenuti e scopi del Festival, ma dissociarsi da uno Stato che da sempre ha disprezzato il rispetto di qualsiasi convenzione sui diritti fondamentali dell’uomo». Gli universitari avrebbero dovuto gestire tre appuntamenti, organizzati con Dams e Coordinamento Torino Pride, su storia dell’omosessualità, bullismo omofobico e rapporto tra orientamento sessuale e religione. «A noi non risulta che Israele abbia finanziato la rassegna - spiegano gli organizzatori del Tglff -. Studenti Indipendenti, poi, avrebbe collaborato con noi marginalmente, solo per tre eventi che fanno capo alla sezione Off».

La premessa, dunque, è che la posizione contro Israele sia un dato di fatto. A contestare quella posizione è Angelo Pezzana, un attivista e politico italiano che nel 1970 fu tra i fondatori del primo movimento gay italiano, Fuori! (Fronte unitario omosessuali rivoluzionari).
Da più di un decennio Pezzana è attivo nel denunciare tutte le falsità, i luoghi comuni e le bugie che circolano su Israele. Dal sito internet InformazioneCorretta.com smaschera i trucchi di Photoshop e le immagini manipolate che vengono pubblicate sui giornali con lo scopo di infangare l’immagine di Israele.
Anche riguardo a questa vicenda, il suo commento è lapidario e lo porta a sostenere si sia dinnanzi ad «un articolo che sembra la fotocopia di un volantino di propaganda, redatto, lo scrivo con il massimo senso di responsabilità, perché gli autori di questa enorme bugia si fregiano della mia stessa appartenenza al mondo lgbti. Anche durante il nazismo le SA di Rohem erano in gran parte omosessuali, ma questo non ci esimeva dal considerarli egualmente dei nemici, esattamente come le SS».

Poi spiega:

Contro Israele, si è sviluppato nel corso di questi ultimi anni un ignobile attacco partito proprio, almeno all’inizio, da una parte del movimenti gay occidentali: Israele avrebbe inventato il suo essere gay friendly per coprire l'oppressione dei palestinesi. Una enorme menzogna, che chiunque sia stato almeno una volta in Israele può smentire, a meno di essersi lasciato lavare il cervello dall'ideologia terzomondista. L’oppressione dei gay è tangibile in tutti i paesi arabo-musulmani e non ne fanno eccezione i territori palestinesi e Gaza, da dove i gay fuggono, quando possono, proprio verso Israele.
In quanto al Festival del Cinema di Torino non è "finanziato" dall'Ambasciata di Israele, ma, come con le ambasciate di tanti altri paesi, ha rapporti di collaborazione, in quanto vi vengono proiettati film in gran parte non commerciali e quindi di non facile reperibilità.
I due gruppuscoli citati nell'articolo, continuino pure a diffondere odio contro Israele, la differenza tra Israele –una democrazia- e i paesi dove la vita delle persone lgbti è un inferno, non può essere nascosta, per quante menzogne si ostinino a diffondere.
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