ProVita insulta Bruce Springsteen e Bryan Adams: «Sono cantanti di regime, come quelli di Sanremo»


L'intolleranza dell'associazione ProVita non è limitata ai soli gay, ma coinvolge anche chiunque non sia assoggettato al loro pensiero unico. Dato che il loro gruppo odia chiunque non abbia un'ostentata eterosessualità accompagnata da un mercato disprezzo verso il prossimo, ecco che non tollerano neppure che qualcuno possa essere a favore dell'intrusività e dei diritti civili. Sia mai che possa avare un pensiero che va contro il loro volere!
Peccato che quando la loro ira si abbatte su due grandi della musica come Bruce Springsteen e Bryan Adams, la situazione rischia di diventare quantomai tragicomica. È infatti sulle loro pagine che hanno pubblicato un articolo dal titolo "Dittatura LGBT: Springsteen e Adams cantanti di regime" in cui scrivono:

La dittatura LGBT esiste e, come ogni totalitarismo che si rispetti, ha i suoi artisti di regime.
D’altra parte, se si vuole il successo a qualche potente bisogna pur piegarsi. E oggi ad avere il potere è la lobby gay.
In Italia, come abbiamo già visto ad esempio in occasione del
Family Day e del Festival di Sanremo, i soldatini obbedienti al Grande Fratello di turno non mancano.
Ebbene, negli Stati Uniti, mutatis mutandis, la situazione è la stessa. Come da tradizione.

Si passa così a lodare le leggi anti-gay introdotte dai repubblicani, sostenendo che la discriminazione dei gay sia un diritto dettato dal «buonsenso». Una parola, quest'ultima, ormai inclusa praticamente in ogni loro singolo articolo, forse espressione di chi non ha reali motivazioni razionali a sostegno delle proprie tesi e ricorre a parole in grado di giustificare tutto. È infatti facile dire che sia il «buonsenso» a legittimare l'odio. O se si disprezzare qualcuno, perché non dire che è il «buonsenso» a consigliare l'uso di un kalashnikov per sparargli in mezzo alla fronte? Insomma, basta mettere quella parola in mezzo a una frase e tutto pare diventare giustificabile, persino un omicidio.

Ed è così che scrivono:

Apprendiamo infatti che due noti cantanti hanno deciso di annullare i loro concerti in North Carolina e Mississippi a causa delle loro politiche a favore della famiglia naturale, del diritto dei bambini ad avere un papà ed una mamma, della libertà e dunque, in fondo, a favore del buon senso. Valori, questi, un tempo patrimonio di tutti gli americani, come di ogni popolo del mondo…
Lo Stato del Mississippi ha approvato una legge sulla libertà di coscienza: entrerà in vigore il 1° luglio e permetterà ai gruppi religiosi di negare “matrimoni” o adozioni alle coppie omosessuali. Oltre ad altre misure, la normativa consentirà alle aziende private di negare ad un transessuale di poter usare il bagno che vuole, a seconda di come si sente.
Pure il North Carolina, ha imposto le stesse misure relativamente alla questione bagni. L’argomento, che ha degli spunti tragicomici, è molto vivo negli Usa.

Nella loro ricostruzione dei fatti, pare che i simpaticoni di ProVita si siano dimenticato di indicare come la legge del North Carolina non si limiti a vietare l'suo dei bagni pubblici alle persone transessuali, ma preveda anche il divieto di qualunque denuncia sia legata alla discriminazione sul posto di lavoro.
Ma è sempre dimenticando di citare il reale motivo della protesta che l'associazione integralista afferma:

Per questi motivi, Bruce Springsteen, “The Boss“, ha cancellato un concerto in programma in North Carolina. Sul suo sito web, il cantante ha detto che tale decisione vuole essere un gesto di solidarietà verso le persone colpite dalla legge. Una legge che, a suo dire, mina i diritti dei cittadini LGBT e la loro libertà di scelta. Libertà a quanto pare consentita solo agli attivisti gay e non agli altri cittadini, con un pensiero difforme da quello imposto dall’ideologia omosessualista.
Ovviamente, inutile sottolinearlo, la mossa ha fatto guadagnare a Springsteen il sostegno di tutto il mainstream politically correct statunitense, che lo ha definito eroe ed icona dei diritti dei transessuali contro l’oscurantismo degli Stati più conservatori.

Offese vengono riservate anche a Bryan Adams, sul quale scrivono:

Ha seguito le orme di “The Boss“ pure il rocker canadese Bryan Adams, cancellando la sua performance in Mississippi. Il cantante ha dichiarato di aver voluto annullare il concerto per difendere tutte quelle persone cui vengono negati diritti solo in ragione del loro orientamento sessuale.
E poi dicono che la lobby LGBT non esiste e non conta nulla…

Il finale dell'articolo è chiaro: chiunque osi avere un'opinione diversa da quella di Brandi deve essere accusato di far parte di una fantomatica «lobby gay». Ma, soprattutto, deve essere preso di mira dall'integralismo cattolico senza che venga concessa una completa esposizione delle reali motivazioni di una protesta. Anche qui, chiara è la posizione di un'associazione che pare essere così in malafede da non avere neppure il coraggio di scrivere per intero le posizioni che attacca.
Certo è che, quando un'associazione si lancia nel sostenere che tutti sbaglino, che tutti siano schiavi di regime e che solo loro siano gli unici detentori della verità assoluta, una persona normale prima o poi una qualche domanda se la farebbe. Davvero sono convinti che tutti sbaglino e che solo loro abbiano capito che il reale senso della vita è racchiuso nella discriminazione e nell'oppressione altrui?
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