Secondo De Mattei, il contrasto al maschilismo diffonde il «verbo genderista»
L'aggressione è continua, violenta e costante. Per l'integralismo cattolico l'obiettivo è solo uno: danneggiare e distruggere la società civile pur di tutelare i più biechi pregiudizi. E questo obiettivo può essere raggiunto solo se si fomenta paura e disinformazione.
La fantomatica "ideologia gender" è una creazione dell'integralismo cattolico che ha proprio questo scopo: è inesistente, indefinibile, indecifrabile e quindi fa paura. Quel termine ricorre ossessivamente in ogni loro scritto, in ogni loro slogan e in ogni lor rigurgito neofascista proprio con l'unico scopo si rendere familiare un termine legato ad un qualcosa di irreale.
L'altro binario è la strumentalizzazione di notizie che vengono ciclicamente ribadire in ogni salsa in modo che una loro errata interpretazione possa essere inculcata nelle menti più deboli attraverso la ripetizione. Si pensi ad esempio al volume "La principessa azzurra" che è attaccato in ogni modo solo perché c'è una donna che salva un uomo (mente l'italica virilità teorizzata da Mussolini non aveva dubbi nell'asserire che è l'uomo dover salvare la donna, a cui spetterà invece solo il compito di esset devota e sottomessa).
Un messaggio contro il sessismo è un qualcosa che Rodolfo de Mattei, motivo per cui la sua aggressione parte da un titolo evidentemente ideologico: "Il Comune di Pontassieve promuove il gender diktat". Si noti come il termine "gender" viene utilizzato per indicare il contrasto al sessino, in quell'accezione che pare messa lì colo per non permettere al lettore di comprendere realmente di che cosa stia parlando.
Nel suo articolo, apparso questa volta su Riscossa Cristiana e su Famiglia Domani, il direttore di Corrispondenza Romana afferma:
Il piano di normalizzazione dell’omosessualità non conosce sosta e anzi sull’onda della recente legge sulle unioni civili, voluta dal tandem Renzi-Alfano, intensifica la propria azione. Negli ultimi tempi si sono infatti moltiplicati gli appuntamenti su tutto il territorio nazionale volti a diffondere l’intollerante ed ideologico verbo genderista. A tale proposito, un nostro lettore ci segnala l’incontro che si svolgerà oggi, 4 marzo alle ore 17,30, presso la Biblioteca comunale di Pontassieve in provincia di Firenze, per il Ciclo “venerdì letterari”, dall’inequivocabile titolo, “La principessa azzurra? Leggere liberi da stereotipi”. All’appuntamento prenderanno parte, l’autrice del libro,Irene Biemmi e Cinzia Frosolini, assessore alle pari opportunità del comune toscano.
Insomma, la presentazione pare preannunciare la lettura di un libro quasi demoniaco, anche se la realtà appare ben diversa. Il volume racconta semplicemente la storia di due due bambini: Azzurra è una femminuccia vivace e curiosa, Rosino è un tranquillo maschietto. Durante una recita scolastica, al ragazzo verrà affidato il ruolo di un cavaliere indomito e senza paura, mentre ad Azzurra quello di bella addormentata indifesa. Dato che entrambi non si sentono a proprio agio in quei ruoli, i due bambini si scambieranno le parti e ciascuno sceglierà di impersonificare il personaggio a cui si sentono più vicini.
Il messaggio appare molto chiaro: è un invito a non considerare gli stereotipi di genere come un limite e un invito ad essere ciò che si è indipendentemente dalle tradizioni culturali imposte.
Ovviamente non è questa l'interpretazione di De Mattei, il quale preferisce attaccare:
Intenzione dell’autrice è dunque quella di invitare i piccolissimi alunni a leggere la realtà senza stereotipi di genere, in maniera che possano de-costruirla e ri-costruirla a proprio piacimento, seguendo i gusti e gli istinti personali. In altre parole indottrinare i bambini al gender diktat di Stato. In questa prospettiva, il testo vuole essere un contributo a liberare i piccoli dalla opprimente “norma eterosessuale”, imposta da millenni attraverso le famiglie e la società eteronormativa e omofoba, per lasciarli liberi, utilizzando le parole di Mario Mieli, pioniere del movimento omosessualista italiano, di esprimere il loro presunto “ermafroditismo originario”. Una folle visione che trova oggi la sua coerente e logica espressione nella sempre maggiore diffusione tra i giovanissimi della tendenza cosiddetta “gender fluid” che, negando qualsiasi forma di “etichetta sessuale”, promuove una schizofrenica sessualità in continuo divenire.
Se è difficile trovare un senso logico a tale discorso, evidente è come pare si suggerisca che la donna devere restare a casa a lavare le mutande del marito mentre l'uomo ha pieno diritto di uscire con gli amici o con l'amante. Poi non manca la solita minaccia, volta a sostenere che se la donna non si sottomette, allora si è dinnanzi ad una "promozione" dell'omosessualità.
Interessante è anche notare come in Italia si svolgano centinaia di convegni di disinformazione organizzati dall'integralismo cattolico, ma qui ci si lamenta se qualcuno osa fornire informazioni corrette che contrastino la loro ideologie. E non va neppure dimenticato come si situa chiedendo di impedire che un genitore possa volontariamente portare i propri figli ad ascoltare le storie che possano garantire loro una corretta crescita, sempre in quell'ottica in cui si sostiene esista una presunta "libertà" di discriminazione ma non una libertà ad educare in modo sano i propri figli.
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