Troppi i ragazzi costretti ad andare in terapia dopo aver subito bullismo omofobico a scuola
L'integralismo cattolico è solito nega l'esistenza stessa dell'omofobia, sperando che basti chiudere gli occhi per poter sostenere che non sia sia bisogno di educare i giovani al rispetto del prossimo (un prossimo che, evidentemente, a loro fa piacere vedere vittima di violenze e vessazioni).
La realtà è che sono tantissimi i casi di bullismo che colpiscono ragazzi tra i 14 e i 17 anni. La necessità di parlare apertamente del problema è dettata anche dall'evidenza di come ciò contribuisca ad aiutare i ragazzi a denunciare questi casi.
È il Il Resto del Carlino a focalizzare l'attenzione sul caso. Dalle loro pagine è Alessia Tombesi, psicoterapeuta familiare e psicologa Ctu al tribunale di Ancona, a raccontare: «In questo momento sto seguendo un ragazzino di Sirolo che frequenta il secondo superiore vittima di comportamenti di stampo omofobo a scuola. Non si sente accettato, viene spesso preso in giro in maniera pesante e si è rivolto a uno specialista. Poi una ragazzina della stessa età, osimana, vittima di bullismo sempre a scuola da parte dei compagni di classe. Con lei sono all'ultimo step di un percorso durato del tempo».
A mostrare come la necessità di un'intervento serio e strutturato sono anche i dati. Dal marzo dello scorso anno ad Osimo è stato aperto uno lo sportello di ascolto psicologico che potesse fornire l'aiuto necessario ad arginare «i tantissimi episodi di disagio sociale nell’osimano e prevenire il suicidio, che ha contato decine di casi presi in esame riguardanti anche adolescenti».
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