Amato: «Dio ci ha incaricati di fare la storia. Il nostro partito è la prova dell'esistenza di Dio»

In più occasioni ci siamo occupati di come la crociata elettorale del partito di Mario Adinolfi abbia fatto leva sul'uso e l'abuso della credenza popolare a fini politici. Ma pare che non ci sia freno ai loro uso politico di Dio, così come emerge dal discorso pronunciato da Gianfranco Amato in occasione dell'inaugurazione della campagna elettorale del Popolo della Famiglia per l'elezione del sindaco della capitale, dei membri del consiglio comunale e dei singoli municipi. In alcuni casi ogni ulteriore commento appare superfluo, motivo per cui in questa sede ci limiteremo alla semplice trascrizione delle sue parole:

Sapete qual'è la cosa più bella che poù capitare ad un uomo? Me lo diceva il mio maestro don Luigi Giussani (fondatore di Comunion e Liberazione, ndr). Vivere la vita come un'avventura. E quando questa cosa si inserisce in un progetto di Dio, diventa la più affascinante, la più intensa, la più romantica delle avventure. Bella anche quando è pericolosa, anche quando è dolorosa. Questa è l'avventura che ho vissuto finora, che sto vivendo e che continuerò a vivere nella meravigliosa, miracolosa avventura del Popolo della famiglia.
Quando io chiedevo al mio maestro: Ma com'è che si fa a distinguere un'avventura autentica da un esile progetto personale?". Lui mi diceva che c'è un metodo infallibile per verificarlo, con queste parole: "L'avventura umana è autentica solo quando chi calcola le cose non sei tu". Questa cosa qui vuole dire che siamo nelle mani di un altro con la "A" maiuscola. E questa cosa la stiamo sperimentando quotidianamente. Ci sarebbe meglio un lunghissimo di miracoli, di circostanze che non dipendono da noi. Fon dal primo giorno in cui è nato il Popolo della famiglia, anche quello è un miracolo. L'unica cosa che stiamo sperimentando in questo istante è che tutto ciò che sta accadendo non dipende da noi, ma è un altro che calcola.
Solo questa consapevolezza può giustificare l'audacia, il coraggio, la temerarietà. E solo questo ci può far dire che il coraggio ci nasce dalla grazia. Ed è per questa ragione che noi non ridurremo mai quest'avventura ad una domanda di convenienza spicciola. Neanche se la convenienza si chiama potere, cariche, nomine, onore, soldi... noi siamo un'altra cosa. Un'altra cosa!
Però vedete, vivendo questa avventura come ci insegnava Giussani, noi riusciamo a scoprire anche che ogni singolo istante della nostra vita quotidiana porta il peso del rapporto con l'eterno. Noi stiamo vivendo una dimensione spirituale che è sconcertante, è stupefacente. verificare che questa cosa qui sta in tutti quelli che hanno deciso di abbracciare l'esperienza del Popolo della famiglia è incredibile.
Ma pensate soltanto a quest'iniziativa meravigliosa del "popolo in preghiera". Una mobilitazione in una dimensione spirituale di migliaia di persone. Ma davvero qui c'è qualcuno con un minimo di raziocinio che possa pensare che un'opera del genere nasce dalle limitate capacità di due poveri sciagurati come Gianfranco Amato e Mario Adinolfi? Due che hanno osato sfidare il mondo spietato della politica senza mezzi, senza strumenti, senza organizzazione, senza dipendenti e senza soldi. Solo questo fatto oggettivo è la prova dell'esistenza di Dio.
Quindi amici, non siamo noi a calcolare le cose ed è bello vedere che la nostra amicizia nasce da questa comune consapevolezza dell'impossibilità a calcolare. Sapere che siamo veramente nella mani di Dio ci rende più amici. Questo è quello che stiamo vivendo.
"Avventura" deriva e deriva etimologicamente dal latino "ad venturam". Cioè, che significa? Che qualcosa sta per accadere. Che il futuro sta entrando dentro di noi. E solo attraverso questa dimensione dell'avventura che noi possiamo determinare un vero cambiamento. Possiamo essere protagonisti di un cambiamento. Artefici di una innovazione della realtà. È solo attraverso questa dimensione che noi possiamo cambiare il mondo. Immagino ironizzare, ma sapete perché ironizzano? Perché ci vuole un cuore grande per un'aspettativa così grande. E io in giro vedo solo cuori piccoli, piccoli, piccoli, piccoli, sempre più piccoli.
Domandiamoci: qual è il senso del fatto che il destino ci stia facendo vivere questa esperienza del Popolo della famiglia. Qual è il motivo per cui siamo immersi in questa inaspettata avventura? Qual è il motivo per cui siamo stati incaricati a mobilitare un popolo? Se Dio ci sta facendo vivere questa esperienza è per un compito più grande, per un'avventura più grande, cioè fare la storia.
Solo per questo motivo siamo stati chiamati tutti noi, con i limiti e i talenti che la provvidenza ci ha affidato. A ciascuno di noi, singolarmente e personalmente, è stato assegnato questo compito. Perché ciascuno di noi, singolarmente e personalmente, possa partecipare a cambiare il mondo con il suo volto. Amici, per meno di questo non vale la pena combattare.

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