La Chiesa Evangelica Luterana festeggia le unioni civili e rilancia: «Ora si riconosca la stepchild adoption»
«Esprimo soddisfazione per l’approvazione della legge che finalmente riconosce e regolamenta le unioni civili perché, come luterano, lo ritengo un contributo fondamentale alla costruzione di una società che consente a tutti di vivere con pienezza i valori cristiani di fiducia, fedeltà e responsabilità». È questo il commento del commento del decano Heiner Bludau reso noto dalla Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) che riunisce le comunità luterane dell'intera penisola.
«Come già affermato in passato, credo infatti che il riconoscimento ufficiale delle comunioni di vita differenti dal matrimonio assicura a tutte le coppie di vivere un’unione in dignità e certezza di diritto. E questo non significa affatto svalutare il concetto di famiglia, anche quando l’unione viene celebrata in coppie dello stesso sesso. Per tanti, troppi secoli le chiese hanno discriminato le persone omosessuali: come CELI, riconosciamo da tempo questa colpa e accompagniamo tutti e indifferentemente nel proprio cammino di fede e di vita. Personalmente auspico ora che la tutela di tali diritti fondamentali, sancita ieri dal legislatore, sia presto seguita da analoghi provvedimenti di salvaguardia dei diritti dei bambini che crescono all’interno di queste famiglie, a partire dal riconoscimento della cosiddetta stepchild adoption.
Pur ribadendo la mia ferma contrarietà a pratiche di maternità surrogata, più note come utero in affitto, non si devono ignorare le esigenze di protezione di bambini comunque già nati o che verranno. Non appare giusto, ad esempio, che bambini che crescono affettivamente insieme all’interno di famiglie omogenitoriali siano fratelli in tutto ma non per la legge. O, peggio, che risultino palesemente svantaggiati, in caso di separazione o di morte di uno dei due partner».
La dichiarazione del Decano Bludau esprime l’evoluzione della posizione della CELI che, attraverso una delibera del Sinodo del 2011, diede il via libera alla benedizione delle persone in unioni di vita non tradizionali, anche omosessuali, sancendo che è compito di una Chiesa l’accompagnamento di ogni tipo di coppia, purché viva la propria relazione responsabilmente, volontariamente e continuativamente.