La NuovaBQ all'attacco di Adinolfi: «È a favore delle unioni civili, non rappresenta il Family day»
È guerra all'interno dell'integralismo cattolico e, ancora una volta, il motivo pare assolutamente politico e partitico. A La Nuova Bussola Quotidiana pare non siano andato giù le critiche che Adinolfi ha rivolto a Marchini, candidato sindaco a Roma per Forza Italia, Ncd e per la Destra di Storace. Ed è così che scrivono:
L’attacco più duro a Marchini l’ha portato però un altro candidato sindaco, Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, che gli ha dato dello «Zelig, quello di Woody Allen», il famoso personaggio-camaleonte che per difendersi si mimetizza assumendo le sembianze fisiche adatte al contesto in cui si trova. Marchini non sarebbe credibile, dice Adinolfi, perché sostenuto da Forza Italia, Ncd e la Destra di Storace. La realtà è che ci sono in ballo i voti dell’elettorato pro-family, cattolico e non, e c’è chi ne vorrebbe l’esclusiva. Le scelte possibili per questo elettorato invece possono essere legittimamente diverse, anche se si possono avere dubbi sui reali convincimenti dei candidati. Del resto si sa, siamo in campagna elettorale, ma i dubbi valgono anche per Adinolfi. Tornando alla polemica infatti è interessante notare che Adinolfi abbia tirato in ballo il personaggio di Zelig, perché è esattamente ciò che in questi giorni ha detto di lui un nostro lettore, che ci ha segnalato una curiosità contenuta in Voglio la mamma, il best-seller del candidato sindaco del Popolo della Famiglia.
Con la scusa di «una segnalazione» il sito ciellino diretto da Cascioli pare voler avviare la consueta macchina del fango contro chi pare minacciare quello che apparirebbe come il loro candidato favorito. Affermano:
Facendo una verifica, scopriamo infatti che Adinolfi - che era sul palco del Circo Massimo a prendere gli applausi di un popolo che diceva "no" a qualsiasi forma di unione civile - in realtà alle unioni civili è sempre stato favorevole. Leggiamo infatti nel capitolo secondo di Voglio la mamma, titolato “Contro il matrimonio omosessuale”: «Mi rendo conto dell’impopolarità della mia posizione (il no alle nozze gay, ndr), in particolare a sinistra dove comunque ricordo che la linea del Pd è contraria al matrimonio omosessuale e a favore delle unioni civili ‘alla tedesca’ (linea su cui concordo in pieno)…». Dunque è Adinolfi che, allineato alle posizioni del Pd, dice nel 2014 di volere le unioni civili ‘alla tedesca’, che sono in pratica il modello cui si ispira la Cirinnà.
In realtà non viene detto nulla di nuovo, dato che Adinolfi è noto per la sua capacità ad esprimere opinioni contrastanti sulla base della convenienza del momento. Ma dato che qui l'obiettivo è screditare il leader integralista, ecco che quello de La Nuova Bussola Quotidiana rincarano la dose:
Si dirà: forse nel frattempo ha cambiato idea, magari sarebbe stato carino dircelo e anche fare un po’ di autocritica, però si sa come vanno le cose. Ma no, non è così: dopo «125 tappe in giro per l’Italia, cinquantamila persone che hanno partecipato alle presentazioni del volume», Adinolfi nel 2015 dà alle stampe una versione aggiornata di Voglio la mamma in cui –sentito l’umore della gente– aggiusta sì il tiro ma senza mutare la sostanza. Sparisce la frase tra parentesi «linea su cui concordo in pieno» e al suo posto c’è una lunga dissertazione per spiegare che è contrario al matrimonio gay ma anche a «progetti di legge che volessero semplicemente utilizzare denominazioni diverse per arrivare allo stesso scopo». Contrarietà dunque anche alla Cirinnà laddove prevede la “stepchild adoption” (adozione del figliastro), «che altro non sarebbe che la legalizzazione delle procedure di utero in affitto attivate all’estero». Quindi «quelle unioni civili con stepchild adoption inclusa sarebbero nient’altro che il matrimonio omosessuale con un altro nome».
E se il messaggio non fosse sufficientemente chiaro, aggiungono:
Per quanto oggi Adinolfi sbraiti contro la legge Cirinnà, non risulta che abbia mai affermato di aver cambiato idea rispetto a pochi mesi fa né che abbia fatto autocritica. Tutt’altro: ha pensato bene di intestarsi tutto il popolo del Family Day, ergendosi a interprete autentico di quelle istanze. Ma, come dimostra ciò che ha scritto, non ne ha affatto i titoli. Ciò non toglie che nel Popolo della Famiglia si stiano impegnando tantissime persone di buona volontà, degne di essere votate. Ma viene da chiedersi se hanno mai letto con attenzione Voglio la mamma e se sono al corrente delle vere idee di Mario “Zelig” Adinolfi.