L'Italia è sempre più omofoba: in un anno persi due punti nel rating di Ilga Europe
L'Italia è sempre più omofoba e la colpa di piaga piaga è riconducibile sempre ai soliti nomi noti. È quanto emerge dall'annuale mappa realizzata dall'Ilga Europe, nel quale il nostro Paese si ritrova a perdere due punti percentuali rispetto al rating dello scorso anno.
L'Ilga osserva come «il maggior cambiamento per le persone lgbt in Italia è stato avviato da parte dei giudici. Mentre la legislazione sulle unioni civili promessa dal primo ministro Renzi si è mossa a fatica in commissione, varie corti italiane si sono espresse a favore dei diritti di custodia condivisa per i genitori non biologici, dei requisiti per il riconoscimento legale del genere, della stepchild adoption per bambini e per il riconoscimento dei matrimoni contratti in altri Stati membri dell’UE [...] Lo storico caso CEDU Oliari contro Italia ha riconosciuto per la rima volta il diritto delle coppie dello stesso sesso di essere legalmente riconosciute. L’istruzione ha continuato ad essere al centro di molti dibattiti, soprattutto quelli intavolati dai cosiddetti “movimenti anti-gender” che si sono opposti all’educazione alle differenze nelle scuole. Inoltre sono stati riportati diversi casi di discorsi d’odio omofobico o transfobico pronunciati da parte di individui con un profilo pubblico».
Tra i casi citati c'è quello di monsignor Parolin, che all'indomani del referendum irlandese sul matrimonio egualitrio parlò di una «sconfitta per l'umanità». Il rapporto propone anche il nome della solita deputata Paola Binetti, spiegando come si lanciò nel sostenere che le unioni civili non servono perché persone gay e lesbiche possono scegliere di cambiare identità di genere. E naturalmente non poteva mancare il sindaco di Venezia Brugnaro e la sua crociata per la censura di qualunque libro proponesse rispetto verso tutte le famiglie.
Ultimo ma non ultimo, si nota come l'integralismo cattolico sia riuscito a far scomparire ogni contrasto al bullismo omotransfobico dalla Strategia Nazionale del Miur.
Dando uno sguardo agli altri Paesi, in testa alla classifica troviamo Malta, il Belgio e il Regno Unito. A chiudere la classifica l'Armenia e la Russia. L'italia compare solo al 34° posto su 49 stati presi in esame.
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