L'omofobia della Chiesa è tale che a far notizia è quando i gay non vengono emarginati o discriminati
L'omofobia della Chiesa Cattolica è un problema così evidente che ormai c'è anche chi si stupisce dinnanzi ad un'iniziativa parrocchiale che non sia finalizzata a creare odio e discriminazione contro la comunità gay. È quanto emerge dall'osservare lo stupore con cui la sede bolognese del Corriere della Sera racconta che un cinema parrocchiale ha osato proiettare il film "Un bacio" di Ivan Cotroneo.
Si tratta di una pellicola che affronta temi importanti come l'adolescenza o il bullismo omofobico, ma a qualcuno è parso persino strano che un messaggio di pace ed amore potesse essere veicolato da una struttura legata alla Chiesa. Il Corriere ripercorre così tutta la filiera della selezione delle pellicole, intervistando anche il responsabile. «Io non conoscevo neanche la trama-ha raccontato l'uomo- Il film mi è stato consigliato da un amico prete, un cinofilo che stimo. Lui mi aveva detto che si trattava di un dramma adolescenziale».
Si passa così a raccontare «le reazioni» le reazioni di quei poveri cristiani che si sono ritrovati a guardare un film in cui c'erano dei gay che non venivano manco etichettati come malati o come pervertiti. ma anche qui l'evidenza è che la società sia molto più avanti dei suoi rappresentanti e che la gente è molto accogliente dei vescovi: «Sabato sera erano 67 le persone sedute in sala un buon numero per essere un weekend di maggio. Nessuno si è lamentato».
Quasi a voler trovare almeno una persona che fosse offeso da chi osava promuovere il contrasto della violenza versoi gay e lesbiche, il Corriere ha chiesto lumi anche sulla reazione del parroco. Anche qui il selezionatore del film non ha dubbi: «Non ne sapevo nulla ma non c’è problema, bisogna affrontare tutte le situazioni della vita».
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