Monsignor Bregantini: «Le unioni gay non sono la famiglia»


«Io rispetto le unioni omosessuali, ma se pongo le due scelte sullo stesso piano no, non sono più educativo». È quanto afferma monsignor Bregantini, tra i partecipanti al Family day e tra i promotori di un'azione volta a negare dignità alle famiglie gay nonostante la''provazione della legge sulle unioni civili: «Tacere solo per il fatto che la legge è stata approvata forse è troppo poco, forse bisognava parlare di più prima, distinguere di più tra unioni dello stesso sesso e matrimonio. Qualcosa si è fatto, si è tolta l’adozione, ma si potevano fare due canali. Io ho partecipato al Family Day e ho perso molti amici, ho discusso anche in famiglia, in particolare con delle mie cugine che mi hanno contestato. Lo slogan che ci ha sostenuto in quell’iniziativa è stato: rispetto delle libertà di ciascuno, ma custodia dei valori di tutti».
Il religioso pare poi non avere le idee chiare nell'affermare che l'omosessualità sia «una scelta» che a suo dire causerebbe il calo die matrimoni, eppure è dalle pagine del Corriere delle Alpi che si lancia nell'affermare: «Il problema è quando si vuole dare lo stesso valore, mettere le scelte sullo stesso piano. Io rispetto le scelte di ciascuno, ma ciò che mi preoccupa oggi è la poca attrattività della famiglia, non ci si sposa. E io da educatore sento invece il compito di renderla bella e attrattiva, altrimenti si sfalda tutto».
Quindi, se le famiglie gay venissero discriminate e se le famiglie eterosessuali fossero dotate di privilegi esclusivi, secondo il sacerdote sarebbe quasi automatico che i gay si sposerebbero con donne che non amano per far nascere figli in una famiglia senza amore. E così saremmo "educativi" verso quai bambini a cui insegneremmo che gli altri vanno discriminati se dal loro dolore è possibile trarne un guadagno personale. Amen.
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